di Emanuela Borgatta Dunnet

Il 2022 ha visto la Galleria Colnaghi di Londra (dalla storia, ormai, plurisecolare) porsi al centro dell’attuale stagione espositiva. Dopo il non facile biennio lasciato alle spalle, la scommessa della Galleria è stata quella di proporre opere di inestimabile valore a partire dalle “nature morte dimenticate” di inizio anno, mettendo in luce artisti di spicco da (ri)scoprire.
A partire dal 6 ottobre, sarà la volta di “Barcelona – Paris, 1860 – 1936: A Journey to Modernity”, esposizione che si ricollega a due precedenti mostre della galleria, dedicate al Modernismo spagnolo, anche questa volta avvalendosi della collaborazione di due gallerie storiche di Barcellona: Sala Parés e Arthur Ramon Art.
L’esposizione consta di 50 opere di 29 artisti che si spostarono dalla Spagna verso Parigi per trarne ispirazione. Gli anni presi in considerazione videro la Capitale francese al centro degli impulsi creativi dell’epoca, con artisti che vi confluirono da tutto il mondo (indimenticabile, in questo senso, il salotto della letterata americana Gertrude Stein, perennemente gremito dall’intellighezia dell’epoca).
Secondo Jorge Coll, CEO di Colnaghi:

Nel preparare questa terza mostra in collaborazione con Sala Parés e Arthur Ramon, abbiamo cercato di ricostruire la scena spagnola presente a Parigi, a cavallo tra i due Secoli. Molti di questi artisti sono semi-sconosciuti e speriamo che questa esibizione riconosca loro il posto di prim’ordine che meritano, ridando prestigio ad una delle migliori scuole pittoriche europee”.

(I fatti gli hanno dato ragione ancor prima di cominciare, visto che due opere sono, immediatamente, entrate a far parte della collezione del Museo Reina Sofía di Madrid).
Gli artisti del periodo preso in considerazione abbracciano molteplici influenze, tramestando realismo, impressionismo e cubismo, con un uso del colore mosso dalle pennellate di Van Gogh e Cézanne. Si tratta della nascita dell’Arte Nuova nella città che meglio le consentì di “uscire dalla tela”, come auspicava Picasso.
Tuttavia, l’astro del pittore andaluso non era destinato ad offuscare il fermento spagnolo del periodo e questa mostra vuole vendicare molti di quegli artisti non ancora completamente ed ufficialmente riconosciuti.

Gli artisti del periodo preso in considerazione abbracciano molteplici influenze, tramestando realismo, impressionismo e cubismo, con un uso del colore mosso dalle pennellate di Van Gogh e Cézanne

Un ottimo punto di partenza, per chi volesse meglio comprendere il movimento che animò Montmartre e Montparnasse, è il volume edito per l’occasione dalla Colnaghi, il quale consente un excursus storico completo, corredato dalle schede delle opere, illustranti la vita dei singoli artisti ed i dettagli dei lavori in mostra.

Incanta, innanzitutto, La Parisienne di Ramon Casas (1866-1932), c. 1914-15, raffigurante la sua musa ed amante Jiúlia Peraire, con un formidabile utilizzo degli accessori atti ad adornarne la figura, che denotano un occhio attento e febbrile verso i dettami della moda dell’epoca. La veste indossata da Jiúlia la “incornicia” e quasi le “ruba” la scena grazie alla miriade di nuances del verde scintillante.
Il dipinto pare giocare un dialogo silenzioso con Girl in a Manila Shawl di Joan Cadorna (1877 – 1958) in cui lo scialle “buca” la scena, ipnotizzando l’osservatore ed inchiodandolo al gesto della protagonista, intenta ad indossare una scarpa.

La Parisienne di Ramon Casas (1866-1932), c. 1914-15, raffigurante la sua musa ed amante Jiúlia Peraire, con un formidabile utilizzo degli accessori atti ad adornarne la figura, che denotano un occhio attento e febbrile verso i dettami della moda dell’epoca. La veste indossata da Jiúlia la “incornicia” e quasi le “ruba” la scena grazie alla miriade di nuances del verde scintillante.

La qualità dei capolavori è davvero sorprendente e fra le sale scorrono intense figure femminili come Girl with a Dog di Josep De Togores, la cui immacolata luce avorio contrasta idealmente ed esalta i chiaro-scuri di Portrait of Germaine Gargallo ad opera di Ramon Pichot.
Fino ad approdare alla conturbante scena dipinta da Mariano Andreu (1888-1976) ne: Le Travesti et le Miroir. Principalmente autodidatta, Andreu studiò sporadicamente in Spagna ed in Gran Bretagna prima di affermarsi nei Salon parigini. Affermazione, perfettamente, sintetizzata da questa tela.
Il dipinto consente all’occhio dello spettatore di vagare dal nudo, posto al centro dell’immagine, al suo riflesso nello specchio per, poi, passare alla scena – volutamente – caotica e pregna di tutti quegli oggetti che, dietro le quinte di un teatro, consentivano ad un interprete di impersonare ruoli di sesso opposto al proprio. L’aiutante, coprotagonista dell’opera – invece – si muove con gesti già sapientemente cubisti, donando la piacevole vertigine della quarta dimensione.

Mariano Andreu (1888-1976) Le Travesti et le Miroir.

I lavori in mostra sono, individualmente, perfetti e consentono infinite chiavi di lettura, parendo – idealmente – chiudersi con Bust Portrait of a Gypsy Woman di Isidre Nonell (1872-1911), pittore vicino alla “poetica” di Puvis de Chavannes, particolarmente interessato a porre la figura umana al centro delle proprie tele, giocando sulla mescolanza fra toni caldi.
Le molteplici sorprese riservate da Colnaghi possono essere assaporate fino al prossimo 18 novembre, presso la sede londinese: https://www.colnaghi.com/.

Questi gli artisti in mostra:
Marià Andreu (1888-1976), Francisco Bores (1898-1972), Ricard Canals(1876-1931), Hermen Anglada-Camarasa (1871 – 1959), Antoni Clavé (1913-2005), RamonCasas (1866-1932), Pere Pruna (1904-1977), Ricard Opisso (1880-1966), Josep deTogores (1893-1970), Josep Clarà (1878-1958), Enric Clarasó (1857-1951), Joaquim Sunyer (1874-1956), Emilio Sala y Francés (1850 – 1910), Carlos Vázquez Úbeda (1869 –1944), Olga Sacharoff (1889 – 1967), Isidre Nonell (1872 – 1911), Pau Roig Cisa (1879 –1955), Julio González i Pellicer (1876 – 1942), Manuel Humbert (1890 – 1975), Pere Ysern Alié (1875 – 1946), Josep Maria Marquès Puig (1891 – 1950), Joan Cardona i Lladós (1877– 1957), Manuel Feliu de Lemus (1865 – 1922), Pablo Gargallo (1881 – 1934), Santiago Rusiñol (1861 – 1931), Manolo Hugué (1872 – 1945), Ramon Pichot (1871 – 1925), Francesc Miralles i Galaup (1848 – 1901).

Emanuela Borgatta Dunnett @manuwritesandsreviews

Tutte le foto nell’articolo sono di proprietà dell’autrice.