di Elena Vitali |

“…Avevo tolto quei rami nel giardino Giusti, il quale giace in un’amena posizione, e dove sorgono cipressi giganteschi, a grande altezza, a forma di piramide. È probabile che nei tassi tagliati artificialmente in punta dei giardini del settentrione,  si sia voluto imitare quest’albero stupendo, i cui rami tutti, giovani e vecchi, dalla base al vertice si drizzano verso il cielo.

(Goethe, “Ricordi di viaggio in Italia nel 1786-87)

 

Verona è la città dell’amore, di Romeo e Giulietta, dell’Arena e dei suoi innumerevoli reperti archeologici. Ma è pure una città di luoghi eclatanti e nascosti.

Ed è proprio alla scoperta di uno di questi che vi voglio portare, in un angolo per lo più sconosciuto ai visitatori frettolosi e distratti.

A pochi passi dal centro della città e poco distante dal Teatro Romano, il Giardino Giusti – esempio significativo di giardino all’italiana cinquecentesco – si disvela dietro un grande portone, come una perla rara di infinita bellezza. Tutto induce alla calma, alla tranquillità, alla meditazione in un itinerario di visita in cui le percezioni sensoriali – visive, uditive e olfattive – sono le vere protagoniste.

Giardini Giusti Verona
©Photo credit: pixabay

Lo spettacolo sublime dell’armoniosa commistione tra arte e natura vi incanterà e vi trasporterà in una realtà senza tempo.

Non indugiamo più, abbandoniamo la strada trafficata, solchiamo il portone e… che la magia abbia inizio!

Silenzio, ecco ciò che si percepisce immediatamente: ogni rumore della frenetica vita cittadina che fino a pochi passi prima infastidiva le nostre orecchie è svanito. Lo scricchiolio della ghiaia che calpestiamo è l’unico suono percepibile che ci accompagna mentre oltrepassiamo il grande atrio cinquecentesco e la corte d’onore: entrambe un tempo luogo di rappresentazioni teatrali come quando, nel 1581, qui venne allestita la prima della favola pastorale Aminta di Torquato Tasso.

L’area verde che si estende davanti si apre con un viale di cipressi alti, maestosi e secolari sotto la cui ombra i grandi viaggiatori del passato tra cui Goethe, l’Imperatore Giuseppe II, Mozart, lo zar Alessandro di Russia hanno passeggiato, godendo appieno dell’amenità del posto. 

Fermiamoci anche noi: potremo godere di una visione d’insieme  del giardino riconoscendo nella sua struttura geometrica e simmetrica il modello del famoso Giardino di Boboli a Firenze.

Esterno dei Giardini Giusti
©Photo credit: Riccardo Gasperini via Daily. Veronanetwork.it

Tutto è ancor oggi mantenuto all’antica, con quel gusto prettamente cinquecentesco di privilegiare la simbiosi tra natura, architettura e mondo classico.

Volgiamo il nostro sguardo verso sinistra, e scorgiamo il parterre all’italiana, il giardino di agrumi alternato ad aiuole di fiori coloratissimi e molto profumati, a statue mitologiche, a fontane rinascimentali zampillanti e a lapidi d’epoca romana. A destra, invece, il labirinto di bosso e il bosco, la cui bellezza è lasciata al rigoglioso fiorire della natura. Davanti a noi incanta, meraviglia e inquieta la rupe, la grotta con le sue decorazioni formate da coralli, conchiglie, madreperle e spugne e il mascherone dalla cui bocca la leggenda vuole fuoriuscissero lingue di fuoco.

Scalinata. Giardini Giusti Verona
©Photo credit: pixabay

Percorriamo all’ombra i viottoli in salita, allora come ora la sezione boscosa stupisce il visitatore. Raggiungiamo una torretta scavata nella roccia al cui interno una scala segreta conduce al giardino superiore e alla terrazza del Belvedere. Sediamoci su una delle panchine di legno che si trovano lassù e ammiriamo la meravigliosa Verona che si estende davanti ai nostri occhi.

 

Elena Vitali @elenavitali72

 

In copertina: Volto in pietra. Giardini Giusti Verona

©Photo credit: pixabay