Tarot-mania contemporanea: la mia esperienza con le carte e il Tarotdramma

di Valeria Bianchi Mian |
Sul palco dell’Ariston i Tarocchi spuntano come fiori tra le mani di Antonella Ferrari.
Sono gli Arcani Maggiori dipinti da Pamela Colman Smith nel 1909 sotto la guida di Edward Waite, noto esoterista e saggista afferente alla società segreta della Golden Dawn (Ordine Ermetico dell’Alba Dorata).
Passano quasi inosservati, i cartoncini a colori, attraverso gli schermi televisivi di tutta Italia, e si intrecciano alle parole dell’attrice.
Al Festival di Sanremo non si era mai visto il Matto, figuriamoci il Diavolo; tutta la compagnia dei simboli che si fa portatrice per qualche minuto del filo rosso nella storia di una malattia vissuta in prima persona dalla protagonista: la sclerosi multipla.
La Maison Dior li fa sfilare per la collezione Haute Couture Primavera-Estate del 2021: i Tarocchi dei Visconti del XV° secolo dipingono quadri viventi che ci guidano in un mondo fatato nel quale ci perdiamo volentieri, ammaliati dalla trama che si rivela ai nostri occhi. Li seguiamo, ormai sedotti, nel video Le Château de Tarots per la regia di Matteo Garrone.

La Papessa da ” Le Chateau du Tarots” Dior Haute Couture Spring_Summer 2021 Collection regia Matteo Garrone.
Così antichi e al contempo attuali, gli Arcani Maggiori sono oggi protagonisti sulla scena del tempo. Conosciuti ovunque come Tarocchi, i nostri amici procedono in barba al pregiudizio, ballando sinuosi di corte in corte dal Rinascimento verso il futuro.
Se le carte da gioco sono presenti e accolte in modo amichevole nella nostra quotidianità, i Tarocchi sono stati erroneamente associati soltanto alle pratiche occulte e alla cartomanzia oppure sono diventati oggetto di collezionismo. Fino a quando…
Osannati o sviliti, ritenuti portatori di verità assolute o disprezzati, amati e ricercati oppure perseguitati come strumenti da Bagattellieri, nel loro viaggio attraverso i secoli hanno subito alterne vicende e vissuto innumerevoli avventure letterarie ma non si sono mai offesi, intimiditi o fermati.
Opere d’arte curate nei dettagli laminati in oro, nate intorno al 1440 nel Ducato di Milano e battezzate con il nome di Trionfi, i Tarocchi sono una eccellenza italiana ancora troppo ignorata come tale. In una danza che parte dalle mani di Bianca Maria Visconti per saltare sopra i tavoli di un una cinquecentesca taverna ‘marsigliese’ – anche se i Tarocchi di Marsiglia, sempre secondo gli storici, non sono nati in questa città – e poi differenziarsi in tanti mazzi quanti sono gli artisti che si sono dedicati a loro nel corso della Storia, le immagini dei Tarocchi con la loro varietà e bellezza ci hanno fatto dimenticare la genitorialità della faccenda, così come è avvenuto per tante altre nostre produzioni, ormai rappresentative di ben altri luoghi.

Giocatori di Tarocchi. Affresco di una sala di Palazzo Borromeo XV secolo. ©Photo credit: Wikipedia
Queste immagini simboliche si prestano alla ‘non appartenenza’ perché risuonano nella psicologia collettiva come tappe di un viaggio esistenziale che accomuna gli esseri umani.
Un periplo che lo psicologo analista Carl Gustav Jung ha preso in considerazione intorno agli anni ‘50 come metafora dello sviluppo della coscienza, per poi passare il testimone ai propri successori.
Il genio creativo di Alejandro Jodorowsky ha aperto la via che ci consente di esplorare i Tarocchi in ottica evolutiva.
Italo Calvino ci ha regalato castelli e taverne di destini incrociati e, oggi come ieri, studiosi e storici, psicologi e scrittori ne raccontano le possibili trame. Leonora Carrington, Renato Guttuso, Niki De Saint-Phalle sono solo alcuni tra i numerosi creatori di Tarocchi, artisti delle possibilità immaginali che le carte celano e al contempo svelano.

©Photo credit: pixabay
I Tarocchi sono spunti per osservare il Mondo. Per me sono cantastorie.
Li utilizzo per raccontare fiabe e favole, per creare poesie.
Il Tarotdramma è intreccio di Psicodramma e Sociodramma con i Tarocchi. Dal 2000 conduco laboratori e gruppi come “Storie Arcane“, il corso esperienziale con IPA – Istituto di Psicologia Applicata.
Ho inoltre creato un mazzo di carte per la silloge uscita con Miraggi nel 2020. Il titolo? Un arcano: Vit(amor)te.
Valeria Bianchi Mian vive e lavora a Torino, insegnante di scienze umane e filosofia, formatrice/coach in soft skills, riceve c/o il CPP – Centro di psicologia e psicoterapia di via Massena 77/bis per colloqui individuali di counseling e psicoterapia.
I corsi e i lab di TarotDramma@ fanno parte del progetto nato nel 2000, una via che si nutre di collaborazioni con arte-terapeuti, scrittori, insegnanti di mindfulness e altri professionisti.
In preparazione: saggio sul metodo del TarotDramma
www.tarotdramma.com
In copertina: © Photo credit: Filomena Cocchia @filomenacocchia
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