SOAP, SAVON…SAPONE

di Barbara Frisoli
La detersione è il primo ed il più importante passaggio per mantenerci in buona salute. Abbiamo potuto apprezzare in questi ultimi due anni come l’ igiene sia fondamentale per prevenire diverse malattie di tipo infettivo.
Ma dove e quando nasce il sapone?
Storicamente, i primi saponi risalgono ai Babilonesi. Grazie al ritrovamento di una sostanza simile al sapone, conservata in un vasetto di argilla si è potuto arrivare ad una datazione: 2800 a.C.. Successivamente, è giunto a noi un ritrovamento di una tavoletta con i caratteri cuneiformi, datata intorno al 2200 a.C., in cui è descritto un metodo di produzione di un prodotto con caratteristiche simili al sapone e che veniva utilizzato con acqua.

Tavoletta a caratteri cuneiformi, la prima ricetta del sapone ©Photo credit: ilpapaverorosso.web
Il papiro di Ebers (ca. 1550 Ac) testimonia come la detersione fosse nota ed in uso anche presso gli Egizi. Infatti gli egiziani usavano regolarmente una specie di sapone ottenuto mescolando grasso animale e oli vegetali con un minerale ricco di alcali, noto con il nome di “trona”, che veniva raccolto nella valle del Nilo. Sembra che questo tipo di sapone fosse usato maggiormente per lavare i tessuti, piuttosto che per l’igiene personale.

Presso gli egizi un prodotto molto simile al sapore era utilizzato più per la detersione dei tessuti che per l’igiene personale. ©Photo credit: laCOOltura.it
I Romani, e anche i Greci tuttavia frequentavano le terme più per socializzare che per questioni igieniche. E la detersione veniva effettuata “a secco” con una pasta fatta di olio di oliva, pomice, creta o farina di fave che veniva raschiata via con uno strumento metallico ricurvo, detto “strigilo”.
In epoca romana Plinio il Vecchio (I sec d.C.) è stato il primo a menzionare la parola sapone con il termine latino “sapo”, mutuato dalla parola gallica “saipo”. Difatti, Plinio il Vecchio, nella sua vasta enciclopedia, “Naturalis historia” ne attribuisce l’invenzione ai Galli e nei suoi testi lo chiama sapo gallicorum. Questo “sapone” preparato dal sego e dalle ceneri di faggio preferibilmente era una pasta dura o più liquida che i Galli usavano, soprattutto per colorare di rosso i capelli e la barba più che per lavarsi ed era in uso maggiormente presso gli uomini piuttosto che dalle donne.
Si tratta, quindi di una tintura rossa, piuttosto che di un sapone.
Non si può non citare Galeno, medico romano del II secolo d.C., che già sottolineava come la detersione e l’uso del sapone fosse utile per trattare e prevenire le malattie.
Ma il primo sapone, così come lo conosciamo noi si deve agli Arabi.
Furono i primi ad usare i grassi vegetali come l’olio di oliva e l’olio di alloro (Sapone di Aleppo) aggiungendo soda caustica ed ottenendo saponi molto raffinati e profumati. Questo processo di saponificazione è arrivato quasi invariato fino ai giorni nostri.

L’antico procedimento arabo per ottenere il sapone di Aleppo a partire da olio di oliva o di alloro con l’aggiunta di soda caustica è arrivato quasi invariato fino ai giorni nostri. ©Photo credit: pixabay
Con l’espansione araba e le Crociate, il sapone ed i suoi metodi di preparazione si diffusero in Italia, Spagna e quindi a tutta l’Europa. L’Italia forse è stata la prima a creare saponi adatti all’igiene personale, perché era facile approvvigionarsi di materie prime come l’olio d’oliva e alcune piante marine dalle cui ceneri si otteneva la soda caustica. Le città più note ai tempi per la produzione di sapone furono Venezia, Genova e Savona. Di quest’ultima città non si può non notare l’assonanza con la parola francese “savon”.
Nel Medioevo, la pratica dell’igiene personale era fortemente scoraggiata, perché si credeva che il bagno rendesse deboli, predisponendo il corpo alle malattie. Tuttavia, non era una pratica sconosciuta e particolare attenzione veniva prestata all’igiene delle mani e del viso.
La produzione del sapone era, però ancora artigianale ed il suo prezzo molto elevato e quindi era in uso prevalentemente verso i ceti più abbienti.
Una svolta importante si ebbe solo dopo la scoperta del chimico e medico francese, Nicolas Leblac (1791) del metodo per ottenere soda caustica dal sale comune. Il processo Leblanc, per ottenere soda caustica, venne poi sostituito dal più redditizio metodo Solvay (1871) attualmente ancora in uso.
Grazie a questi due importanti chimici, la soda divenne maggiormente disponibile e si ebbe una industrializzazione della produzione del sapone. A metà ‘800, il prezzo del sapone si abbassò e divenne disponibile anche per i ceti meno abbienti contribuendo ad abbassare enormemente il tasso di mortalità infantile.

Grazie alle innovazioni della chimica che permisero la maggior diffusione e l’utilizzo del sapone per l’igiene personale, questo prezioso prodotto contribuì alla diminuzione della mortalità infantile. ©Photo credit: 123RF
All’inizio del XX secolo compaiono i primi detergenti di sintesi che avrebbero presto sostituito il sapone.
L’impulso più importante a cercare alternative sintetiche dei detergenti fu dato dalla Prima Guerra Mondiale ed in seguito dalla Seconda Guerra Mondiale che determinarono una penuria di grassi ed oli vegetali necessari alla produzione del sapone.
Il primo brevetto di un tensioattivo completamente di sintesi fu registrato in Germania nel 1917. Nel 1946, negli Stati Uniti venne commercializzato il primo detersivo per bucato completamente di sintesi. Negli anni successivi, si sono sviluppati tutti i detergenti che conosciamo e si sono differenziati per ogni tipo di uso.
Il settore per la ricerca e lo sviluppo di nuovi tensioattivi è ancora in evoluzione, perché attualmente è forte la richiesta di noi consumatori di avere a disposizione prodotti per la detergenza più rispettosi dell’ambiente in tutte le fasi della produzione.
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