Sharenting, genitori troppo social?

di Claudia Serra |
Che cos’è lo sharenting?
Vi sarà sicuramente capitato di mettere like a delle foto di bambini stupendi che vi appaiono sui social oppure, se siete genitori, di condividere uno scatto o un video di vostro figlio. Ci troviamo davanti al fenomeno dello sharenting, molto diffuso e studiato negli ultimi anni. Questo termine è la fusione delle parole inglesi share (condividere) e parenting (essere genitori).
Dalla foto della prima ecografia al momento del parto, dal primo passo alla prima parola, spesso si tende a condividere sul web qualsiasi momento riguardante la vita delle proprie creature. La condivisione delle foto dei propri figli nasconde, però, importanti rischi che spesso vengono sottovalutati.

©Photo credits: pixabay
Cosa spinge i genitori a condividere le immagini dei bambini sui social
Lo sharenting preoccupa in particolar modo chi si occupa di psicologia. Una delle motivazioni della pubblicazione eccessiva delle foto di figli sui social è, infatti, lo stato di vulnerabilità dei genitori e, in particolare, delle neomamme. Il cambiamento di vita e la nuova condizione fisica porterebbero le donne a voler dimostrare sui social network di essere “buone madri”. Inoltre, i genitori tendono a mostrare online che i loro figli sono motivo di orgoglio e ammirazione.
Ma attenti a ciò che pubblichiamo! Secondo uno studio del 2015 di Parent Zone, organizzazione sociale che fornisce consigli e informazioni sulla sicurezza del web a genitori e insegnanti, l’immagine di un bambino appare online circa 1000 volte prima del compimento dei suoi 5 anni. Negli ultimi anni questa tendenza potrebbe essere aumentata ma, si spera, in concomitanza con la consapevolezza delle minacce per i minori.

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I rischi dello sharenting
Il pericolo più grande della condivisione di contenuti ritraenti i bambini sul web e sui social è sicuramente la pedofilia. Secondo i dati dell’Office of the Children’s eSafety Commissioner, organo australiano che regola la sicurezza online, metà delle foto contenute nei siti pedopornografici sono manipolazioni delle stesse immagini messe in rete dai genitori. Il rischio è anche quello della possibilità della geolocalizzazione del minore, il quale rischierebbe di essere infastidito nella “vita offline”.
Inoltre gli stessi bambini, soprattutto se figli di personaggi famosi, potrebbero essere vittime di cyberbullismo. Tante volte, ciò che nella vita reale si evita di dire viene detto o scritto senza scrupoli online e questo potrebbe causare problemi sia al genitore che al bimbo stesso.
In un comunicato del Codacons, Coordinamento delle associazioni per la difesa dell’ambiente e dei diritti degli utenti e dei consumatori, si sottolinea che per la diffusione delle immagini di minori è necessario il consenso di entrambi i genitori, oltre a quello dell’interessato. A proposito dello sharenting, recita infatti: “La giurisprudenza ritiene che la pubblicazione delle foto di minorenni sui social da parte di un genitore, nonostante la contrarietà dell’altro, violi l’art. 10 del Codice civile, le norme in materia di tutela della privacy e quelle della Convenzione di New York sui diritti del fanciullo”.
Infine, i contenuti che pubblichiamo restano in rete. Cosa succederebbe se qualche anno dopo un figlio non approvasse le immagini pubblicate senza il suo consenso, poiché troppo piccolo per decidere della sua privacy e web reputation? Recentemente il Tribunale di Roma ha emesso una sentenza che ordinava la rimozione delle foto del figlio sedicenne pubblicate sul web dalla mamma del giovane, pena il pagamento di un’ingente somma di denaro. Anche il regolamento UE del 2016 in materia di protezione dei dati personali dispone che “i minori meritano una specifica protezione relativamente ai loro dati personali, in quanto possono essere meno consapevoli dei rischi, delle conseguenze e delle misure di salvaguardia interessate”.
Sharenting e influencer italiane
Fra i tanti influencer presenti sul nostro territorio, analizziamo due casi di personaggi famosi che utilizzano lo sharenting su Instagram in maniera totalmente opposta: Chiara Ferragni, influencer conosciuta in tutto il mondo, e Elisabetta Canalis, showgirl italiana. La prima, @chiaraferragni, pubblica quotidianamente foto del suo piccolo Leone: mentre balla, mentre mangia, mentre viaggia con i genitori. Le immagini e i meme su questo bambino si possono trovare, ormai, ovunque. La seconda, @littlecrumb_, utilizza l’immagine di sua figlia in modo molto più attento: pubblica le foto della piccola Skyler Eva di spalle o con il viso coperto.

Quale sia il modo più giusto di fare sharenting lo lasciamo decidere ai genitori. Probabilmente dovremmo imparare a concentrarci su una privacy dei bambini che sia veramente incentrata su di loro. In questo modo, lasceremmo a quelli che presto saranno degli adulti la libertà di entrare nel mondo del web senza che nessun altro abbia già deciso la loro identità online.
Autore dell’articolo: Claudia Serra
Correttore bozze: Valentina Riva
In copertina: ©Photo credit: Filomena Cocchia @filomenacocchia
Monica
Io credo che sia chiaro veramente a poche persone che è necessario il consenso di entrambi i genitori, oltre a quello dell’interessato, per pubblicare foto dei minori. E’ bene che si sappia invece.
Spritzy
In effetti sono cose di cui non si parla ma, a parer mio, pone davanti a parecchi interrogativi. Bell’articolo!