SCENTED VISIONS, VISIONI ODOROSE

di Emanuela Borgatta Dunnett
Intervista a Christina Bradstreet
Raramente, ci si avvicina uno studio unico nel suo genere, ma è il caso di “Scented Vision” (The Pennsylvania State University Press), a cura di Christina Bradstreet (programmatrice di corsi ed eventi, presso la National Gallery di Londra). Un excursus appassionante e dettagliato all’interno delle molteplici sfaccettature rappresentate dall’olfatto, nel XIX secolo.
Analizzando stili e movimenti, il volume è un susseguirsi di scoperte, atte ad avvalorare la tesi secondo la quale arti figurative ed esperienza olfattiva sono, intrinsecamente, legate. L’autrice ci svela la genesi di questo prezioso studio, nella nostra intervista.
E’ stato intrigante trovare, fra le pagine del suo volume, la menzione ad un “naso dell’epoca”. Quali pensa fossero le principali caratteristiche olfattive del periodo che ha analizzato?
Per “naso dell’epoca” intendo il modo in cui l’olfatto veniva percepito nella coscienza popolare, in un determinato tempo e luogo. L’idea chiave è quella dell’olfatto come “senso animale” e quindi, nel pensiero vittoriano, più sentito da donne, bambini, persone di colore, classi lavoratrici e appartenenti a minoranze etniche e omosessuali (si veda l’introduzione per maggiori dettagli).
Una seconda idea chiave è legata all’odore come sinonimo di malattia, assunto che ha influenzato molte riflessioni sull’olfatto, anche dopo la scomparsa della teoria del miasma, cui faccio riferimento nel libro. Forse non tutti si sarebbero spinti fino a concordare con il riformatore della sanità pubblica Edwin Chadwick, il quale sosteneva che: “Tutti gli odori sono, se intensi, malattie acute immediate; inoltre… deprimendo il sistema e rendendolo suscettibile all’azione di altre cause, tutti gli odori sono malattie”, eppure quest’idea così estrema, fu comune in epoca vittoriana. Per questo, artisti come Rossetti e Sandys ritraevano femme fatale che preparavano pozioni profumate o sognavano ad occhi aperti in un roseto. L’idea del miasma mortale infondeva nelle loro opere un’eccitante carica di tensione.
La teoria del miasma (e la sua traccia persistente nell’immaginario popolare dopo la teoria dei germi) ebbe un impatto su molti dipinti del periodo; si tratti della malinconia delle Foglie d’Autunno di Millais o della cupa depressione della Proserpina di Rossetti, dell’intensità soffocante dell’incenso nei Due Accoliti di Solomon o delle rose dipinte da Alma-Tadema.
Nella seconda parte del libro esamino idee ricorrenti, all’epoca: l’odore come elemento scatenante di ricordi o visioni, tramite spirituale, potenza erotica simile ad una droga. Concetti chiave del senso olfattivo del XIX secolo.

Lawrence Alma-Tadema, Le rose di Eliogabalo, 1888, Città del Messico, collezione Pérez Simón Photo Credit: arte-mag.it
Quali erano gli obiettivi principali nella rappresentazione dei profumi da parte degli artisti dell’epoca, nell’utilizzarli per evidenziare le loro idee sulla tela?
La rappresentazione degli odori conferiva alle opere d’arte un’altra dimensione sensoriale oltre a quella visiva, in modo da evocare più pienamente il mondo rappresentato.
Come documento nel libro, la rappresentazione degli odori potrebbe persino aver innescato esperienze olfattive estreme, come sosteneva Charles Courtney Curran ne era convinto (si veda pagg. 97-99).
Allo stesso tempo, gli artisti erano attratti dalla mistica del profumo, dalle sue possibilità di suggerire un’intera gamma di emozioni e di evocare stati d’animo. Oltre a questo, essi sono stati in grado di cogliere la miriade di sottili sfumature di significato che circondano l’odore in generale ed in particolare. Nel libro ne fornisco molti esempi; per esempio Pensieri dal Passato di Stanhope, dove si sottintende che la prostituta raffigurata è contaminata come o più dell’aria del Tamigi che entra dalla finestra aperta.

Woman and view of the Thames (detail), John Roddam Spencer Stanhope, Thoughts of the Past, 1859, oil on canvas, 86.4 x 50.8 cm (Tate Britain, London) Photo Credit:smarthistory.org
Quali sono state le sorprese più eclatanti che ha incontrato durante la ricerca sull’argomento?
Alcune delle sorprese più interessanti sono legate a fatti intriganti. Per esempio, mi ha affascinato la storia della signorina Goddard, che ha sentito l’odore di teste in decomposizione mentre camminava ad una mostra, salvo – poi – alzare lo sguardo e vedere un dipinto di teschi! Adoro anche la storia della signora Haweis e della sua visione di un volo di rose rosa. Allo stesso modo, ho amato l’esperienza della digiunatrice di Chicago, Inga Hanson, che sosteneva di vivere del profumo delle rose.
Un momento di scoperta estremamente emozionante è avvenuto – altresì – alla British Library, quando ho trovato la poesia di Snow: La ragazza cieca ed ho compreso i collegamenti con il dipinto di Millais.
Esistevano differenze considerevoli nel modo in cui venivano trattati i profumi in Paesi diversi?
Sebbene sia certo che vi siano differenze nel modo in cui gli odori venivano percepiti e rappresentati nei diversi Paesi, sono stata maggiormente colpita dalle somiglianze nei temi (il profumo e la memoria, il profumo e lo spirituale o il mistico, il profumo e l’erotico, il profumo come droga, ecc.). Inoltre, il Capitolo VIII: Morte per profumo, comprende opere di pittori inglesi, americani, francesi, italiani, austriaci e ungheresi che includono tutti idee sul profumo come inebriante.
Posso chiederle quali sono i progetti attuali a cui sta lavorando.
Al momento sono entusiasta di esplorare le opportunità di una mostra legata al libro. Inoltre, sto scrivendo meditazioni artistiche per una nuova app di mindfulness, dopo aver scritto e narrato una serie di otto meditazioni da cinque minuti per la National Gallery, durante il lockdown. Alla National Gallery organizzo e ospito corsi online per adulti.
Emanuela Borgatta Dunnett @manuwritersandreviews
Per la copertina Photo Credit Wikipedia
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