SABBIONETA: IL SOGNO URBANISTICO DI VESPASIANO GONZAGA

di Elena Vitali
È il 1556 quando un giovane condottiero italiano pone le prime pietre per la creazione del suo sogno urbanistico.
Nella terra compresa tra la sponda sinistra del Po e il basso corso dell’Oglio, a metà strada tra Mantova e Parma, Vespasiano Gonzaga, principe illuminato e seguace di Vitruvio, fonda Sabbioneta.
Nata come piccolo stato indipendente, Sabbioneta occupava una posizione di grande valore strategico nel delicato gioco degli equilibri politici tra gli stati regionali padani: il Ducato di Milano, ad ovest retto da un governatore spagnolo; il Ducato di Parma e Piacenza governato dai Farnese e a nord-est il più antico Ducato di Mantova retto appunto dai Gonzaga.
Questo piccolo gioiello di inestimabile valore, questa città ideale viene costruita ex novo sulla base di un disegno di impianto unitario e rigoroso, su modello delle antiche città del mondo classico.
Vespasiano voleva farne la città per eccellenza dell’arte e della cultura, una sorta di piccola Atene, ma alla sua morte nessuno portò avanti il suo nobile progetto. Iniziò così una rapida decadenza che, se da un lato spopolò la cittadina, dall’altro lasciò immutati nei secoli i suoi monumenti.

Questa città ideale viene costruita ex novo sulla base di un disegno di impianto unitario e rigoroso, su modello delle antiche città del mondo classico.
E così chi passeggia oggi per Sabbioneta può riconoscere la pressoché intatta struttura urbanistica ortogonale, subordinata ad un imponente apparato difensivo bastionato. Le strade, disegnate secondo l’antico schema dell’accampamento romano, sono ortogonali tra di loro e delineano una trentina di insulae, tipiche del castrum romano, geometricamente ben definite. L’asse decumano percorre la città da est a ovest, ma con una leggera rotazione tale da conferire all’impianto viario l’aspetto di un intricato labirinto studiato per disorientare il nemico, qualora fosse stata attaccata e quindi rendere più efficace l’azione difensiva.
Questo continuo incrociarsi di viuzze, di angoli mai smussati, alimenta la percezione di uno spazio dilatato e sorprende quanto questo “stratagemma” faccia apparire la cittadina più grande di quanto sia nella realtà.
Ma ancora più sorpresi dobbiamo essere se pensiamo che tutto il progetto, non solo delle opere fortificate ma anche della pianificazione urbana, sia opera dello stesso Vespasiano che pur avvalendosi dell’esperienza dell’architetto militare Girolamo Cattaneo, fece fede ai suoi studi su Vitruvio e alle nozioni imparate dai trattati di urbanistica e di ingegneria militare editi nella seconda metà del XV secolo!

Visitando Sabbioneta si ha la percezione continua di uno spazio dilatato
La cittadina viene dotata di tutte quelle infrastrutture necessarie per un perfetto funzionamento del piccolo stato: una stamperia, avviata dal ricco e potente ebreo Tobia Foà; una zecca che permetteva di battere moneta e che coniò pregevoli monete d’oro e d’argento; una scuola di lingua latina e greca, vera propria università, la cui frequenza fu imposta ai sudditi dal principe; un ospedale per i poveri e il teatro su progetto dello Scamozzi.
Il Teatro all’Antica di Sabbioneta è una meraviglia imperdibile!
Edificato nel 1590, riveste un ruolo di primaria importanza nella storia dell’architettura teatrale italiana. Primo edificio costruito appositamente come teatro e non condizionato nella sua forma da strutture preesistenti, presenta caratteri di assoluta novità: la predisposizione degli artisti con ingresso separato, il foyer distinto per uomini e donne, le facciate prospicienti le pubbliche vie. Tutto all’interno è scenografico! La cavea mistilinea è delimitata da una loggia oltre la quale una balaustra dipinta corre lungo le pareti, e dame e cavalieri si affacciano ad osservare il pubblico e lo spettacolo, continuando lo spazio virtuale della scena.

Tutto all’interno è scenografico! La cavea mistilinea è delimitata da una loggia oltre la quale una balaustra dipinta corre lungo le pareti, e dame e cavalieri si affacciano ad osservare il pubblico e lo spettacolo, continuando lo spazio virtuale della scena.
La visita di Sabbioneta non può escludere il Palazzo Ducale, il Palazzo del Giardino, la Galleria degli Antichi, la Chiesa dell’Incoronata in cui lo stesso Vespasiano volle essere sepolto.
Il 4 luglio 1988, durante i lavori di risanamento della chiesa venne individuata, sotto il pavimento l’apertura che introduceva all’ipogeo nel quale la famiglia ducale era stata sepolta. La scoperta della tomba di Vespasiano Gonzaga permise un eccezionale ritrovamento: gran parte del corredo funerario era andato perduto a causa dell’umidità che aveva consunto tutti i materiali ma sullo scheletro del principe c’era, intatto, un piccolo gioiello d’oro, un ciondolo di piccolissime dimensioni e di pochi grammi di peso, raffigurante un ariete. Era il Toson d’Oro, il prestigioso simbolo dell’ordine cavalleresco che il duca aveva ricevuto quale giusto riconoscimento per il suo coraggio, l’ampiezza del pensiero, l’amore per la cultura e la magnanimità.

Il Toson d’Oro, il prestigioso simbolo dell’ordine cavalleresco che il duca aveva ricevuto quale giusto riconoscimento per il suo coraggio, l’ampiezza del pensiero, l’amore per la cultura e la magnanimità.
Sabbioneta è un gioiello da conoscere; è un caso urbanistico unico; è la trasformazione di un’utopia in realtà ad opera di un principe illuminato.
Elena Vitali @elenavitali72
Le immagini dell’articolo sono di proprietà dell’autrice.
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