ROMA, TOR MARANCIA: WELCOME TO SHANGHAI!

di Maria Cristina Moreschi
E’ una cara amica romana che, durante un aperitivo, mi invita a visitare il quartiere più colorato di Roma: Tor Marancia.
Già il nome mi incuriosisc… Chissà se è vero quello che leggo su Wikipedia:”…data la vicinanza del piccolo fiume Almone, detto anche Marrana dell’Acquataccia, si è generato Marancia, da una distorsione di Marana Accia” o se viene direttamente dalla Grande Storia della Capitale “…denominato così dal liberto Amaranthus gestore della tenuta agricola della famiglia Numisia Procula (II secolo d.C.)”.
La borgata si trova lateralmente la grande arteria via Cristoforo Colombo che entra nel centro storico della Capitale direttamente dal quartiere dell’Eur con le sue architetture razionali così semplici e pulite, ed è quindi incastrata tra la storia più antica e quella più moderna della città eterna.

Tor Marancia murales.
La zona iniziò a essere abitata quando l’intervento urbanistico che rivoluzionò la Roma degli Anni Trenta, sfrattò moltissime famiglie dal centro storico per trasferirle nelle periferie come quella di Tor Marancia, allora luogo soggetto a periodici allagamenti, tanto che la piccola borgata assunse il nomignolo di Shanghai dovuto anche all’alta densità abitativa. Le case popolari, diventate le “tele bianche” di queste opere d’arte, sono state costruite negli anni ’50 dove si seguiva quell’architettura utopica che purtroppo però non ha avuto riscontro nella storia abitativa del quartiere.

Tor Marancia murales.
Ecco che quel Welcome to Shanghai, che accoglie i visitatori di questo interessante intervento di riqualificazione, diventa un fil rouge che lega gli ultimi 70 anni di storia dell’intera zona.
Qui nel 2015, venti artisti internazionali, in settanta giorni, hanno regalato la vita a ventidue murales monumentali raccolti nel progetto denominato Big City Life.
Utilizzando ben 765 litri di vernice e circa 1.000 bombolette spray, le undici palazzine del comprensorio di Via di Tor Marancia n. 63 sono diventare il soggetto di quella rivoluzione culturale così ambita e che spesso scatena la trasformazione in bellezza.
Di vera borgata si tratta. Entro in un ambiente familiare ma chiuso a chi della borgata non fa parte, davanti al bar sento i saluti tra gli amici: l’immaginario collettivo è tutto qui.
Cammino tra i piccoli palazzi architettonicamente tutti uguali ma con fantasiose varianti costruite sugli spazi privati: ogni terrazzo diventa la fotografia di chi vi abita e regala spunti davvero inusuali. Ma sono i lati corti dei condomini a regalare l’arte: facciate interamente coperte da immagini molto suggestive.

Luca sulla sua scala colorata, dell’artista francese Seth. Tor Marancia murales.
Si affaccia sulla via principale, è “fuori” dagli altri murales che guardano la parte interna del quartiere, ed è forse il più importante: ritrae Luca, un piccolo abitante della borgata deceduto durante i suoi giochi. Con le piccole matite si è disegnato una scala dai mille colori, per arrivare lassù, al cielo azzurro e guardare chi è rimasto. Il Bambino redentore dell’artista francese Seth, regala al visitatore subito una riflessione davvero potente.

La cosiddetta “Santa Maria di Shanghai” opera dell’artista romano Mr. Kleva. Tor Marancia murales.
Sembra un’icona bizantina la Santa Maria di Shanghai, a ricordo di quando la zona veniva bullizzata con il nomignolo di Shanghai capitolina, quella ritratta dall’ingegnere romano Mr. Kleva che dona quella punta di religiosità che proprio non ti aspetti in questo luogo. Chissà se gli abitanti rivolgono a lei le loro preghiere!
E poi mi ritrovo a vagare tra i ciliegi in fiore giapponesi e l’immagine iconica di una Cappella Sistina, quasi un viaggiare rimbalzando da est a ovest, così come il suo autore Jerico, filippino d’origine ma romano d’adozione. Le due inconfondibili dita che in questo caso sfiorano soltanto la natura più bella, danno il titolo all’opera “Distanza Uomo Natura“.
Tanti sono i murales che regalano riflessioni importanti o solo colorate divagazioni in questo luogo così “diverso”, ed è ancora un altro “fuori” che mi colpisce assai.
E’ “Io Sarò” ad opera dell’austriaco Van Helten, un grande ritratto di un/una giovane il cui sguardo punta i miei occhi. All’entrata Luca è ritratto di schiena, quasi a guardare dentro la borgata, mentre all’uscita lo sguardo di questo/a giovane si dirige verso l’esterno, un collegamento tra i due che diventa un monito a noi che restiamo fuori da questo luogo.

“Io Sarò” dell’ austriaco Van Helten. Tor Marancia murales.
Luogo che è il primo museo condominiale al mondo, dove i residenti decisamente “abitano” le opere degli artisti, un museo dove non necessita biglietto d’ingresso e si può visitare in qualsiasi orario si desideri, dove si comprende pienamente che la bellezza salverà il mondo. Forse.
Sito web www.mariacristinamoreschi.com
In copertina : Distanza uomo Natura, autore Jerico. Tor Marancia
Per tutte le foto in questo articolo ©Photo credit: Maria Cristina Moreschi @macrimore
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