NEI PANNI DI UNA PRERAFFAELITA

di Emanuela Borgatta Dunnett |
ELIZABETH SIDDALL E JANE MORRIS: ICONE DI STILE NELL’INGHILTERRA OTTOCENTESCA
La leggenda vuole che il corpo di Elisabeth Siddall fosse ancora splendidamente conservato e adorno della sua chioma, al momento della riesumazione fortemente voluta dal vedovo Dante Gabriel Rossetti, il quale auspicava il recupero delle proprie poesie, con lei seppellite durante un romantico, estremo slancio.
L’ossessione di Rossetti non fu un caso isolato, poiché la straordinaria bellezza e le scelte di vita, hanno reso Elisabeth la musa preraffaellita per eccellenza; consegnata ai posteri tramite innumerevoli tele, due su tutte: l’ Ophelia di Millais e la Beata Beatrix di Rossetti stesso.
Che cosa ci attira di lei e del suo inconfondibile stile ancora oggi? La figura eterea, lo sguardo estatico ed il destino tragico (morì a 32 anni per overdose da laudano) che la accomunano ai personaggi letterari interpretati, sono solo alcuni dei motivi di un fascino senza tempo.
Se, infatti, la storia della Confraternita Preraffaellita – formatasi a Londra nel 1848 per mano di sei artisti in rivolta contro i dettami accademici – è nota, lo stesso non si può dire delle donne che fecero ben più che gravitare attorno all’orbita di mariti e compagni celebri.

Parliamo di vere e proprie icone di stile, recentemente celebrate da una mostra alla National Portrait Gallery di Londra, curata dalla massima esperta in materia: Jan Marsh e dedicata alle Pre-Raphaelite Sisters.
ABITI ORIGINALI, LINEE FEMMINILI
Nella mostra si sottolinea, altresì, la scelta dei tessuti e le fogge inusuali che rappresentarono prese di posizione forti, atte a mettere in discussione il ruolo della donna nella società. Motivo per cui risultano essere sovversive anche allo spettatore di oggi.
Tornando alla Siddall, possiamo affermare che non si trattava certo della classica bellezza vittoriana. Mentre le altre donne dell’epoca prediligevano crinoline e linee strutturate, lei definì il suo stile, spesso disegnando i propri abiti da sola e inventando acconciature elaborate, semplici solo all’apparenza. Le immagini rimasteci ci dicono che non portò mai un corsetto, ma questo non le impedì di mettere in mostra la maestosa figura in ogni singola opera dell’amato Rossetti.
I suoi lunghi abiti ampi le donavano una grazia innata simile a quella che possiamo ammirare ai giorni nostri in Florence Welch (non per nulla citata anche alla mostra londinese). Il suo stile divenne subito un must anche al di fuori della Confraternita, poiché ispirato al rinascimento, alla Francia del Settecento, senza disdegnare linee orientaleggianti che trovarono ampio riscontro nei ritratti della fotografa pioniera Julia Margaret Cameron, nonché a teatro: si pensi agli abiti di scena di Ellen Terry.
UN LOOK DA MUSA SENZA TEMPO
La seconda indiscutibile musa preraffaellita fu Jane Morris, moglie di William Morris
E amante di Rossetti.

Celeberrime le fotografie rimasteci, in gran parte scattate nei giardini della Red House di Londra di proprietà di Morris ed a Cheyne Walk, l’appartamento di Rossetti. Gli abiti sono strumenti scelti per esporne il lungo collo e le superbe linee dalle eco greche.
Non possiamo non ammirare la sua naturale carnagione olivastra, i lineamenti forti e severi, le mani affusolate fortemente in antitesi con i dettami dell’epoca.
Il look è deciso, accentuato dalle pose richieste durante le infinite sedute pittoriche della Confraternita.
Grazie alla sua influenza, William Morris fondò l’Arts and Craft Movement nel 1861, stimolato dall’influsso di Jane sulla moda dell’epoca che gli consentì di proporre una mirabile virata dai dettami vittoriani, delineando le fondamento dell’Estetismo, utilizzando nuove tecniche e materiali per creare tessuti e tappezzerie in variopinte fantasie mai tramontate.
Possiamo, quindi, affermare che l’introduzione di queste nuove tendenze nel dress code vittoriano fu senza precedenti e può essere associato ai valori dell’indipendenza femminile del secondo a venire. Gli abiti, infatti, non furono mero stile ma uno slancio verso una vita nuova, priva di restrizioni.
Emanuela Borgatta Dunnett
@daydreamingmanu
Sono nata a Torino, dove ho portato a termine i miei studi. Una volta ottenuta la laurea in Lingue e Letterature Straniere Moderne (specializzandomi in Letteratura Nord Americana), ho iniziato ad occuparmi di traduzioni ed insegnamento. Tutt’oggi mi occupo di coaching linguistico online e collaboro a svariati progetti di arte e letteratura. L’amore per le arti, infatti, mi accompagna da sempre e la parola scritta è mia fedele compagna. Amo scrivere di ciò che accende la mia curiosità, poiché le mie passioni sono parte integrante di me e come tali sento l’esigenza di narrarle. Rendere il prossimo partecipe di un’esperienza dal vivo, di un libro letto o di una mostra visitata è un’esperienza di conoscenza senza pari.
In copertina: ritratto di Jane Morris ©Photo credit: https://it.m.wikipedia.org/wiki/File:Jane_Morris_1865.jpg
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