di Ornella Candia

Uno dei tanti aneddoti che mi riguardano risale a quando avevo forse due anni. I miei genitori mi scoprirono ad addentare palline dell’albero di Natale, di vetro. Sì, avevo vetro sulle labbra e grazie al loro tempismo i miei genitori impedirono che ingoiassi quei frammenti.

Del Natale mi piace tutto: cibo, film, albero, presepe, e quindi anche gli addobbi. E siccome mi piace molto anche l’antiquariato, ho deciso di unire le due cose e scriverci su.

L’albero. Inteso come vita che si rinnova, ha origini che si perdono nel tempo e anche se è un simbolo pagano, riguarda diverse religioni. A metà del 1400, in Estonia, c’era l’usanza fra i giovani di ballare intorno a un albero, messo nella piazza principale, come rito per trovare l’anima gemella. Anche in Germania c’era l’usanza dell’albero in piazza ma decorato con frutta, fresca e secca.

Nei secoli l’attenzione si fissò sulla cima dell’albero: l’oggetto più significativo era il puntale sistemato sulla sommità; acquistò importanza in epoca vittoriana, quando proprio sotto il regno della Regina Vittoria, si scelse un angelo come raffigurazione dell’Arcangelo Gabriele, in quanto annunciatore del Messia.

Prima dell’invenzione della corrente elettrica, sugli alberi si sistemavano delle candele, usanza che si diffuse in Europa dalla Germania. Trovo che gli addobbi inglesi-vittoriani e tedeschi, denominati Biedermeier perché ideati e prodotti all’interno di quel movimento artistico, siano i più belli ma anche i più difficili da trovare nei mercatini di antiquariato.

Il presepe. Il primo presepe vivente ha come ideatore S. Francesco di Assisi, a Greccio. Il primo, inanimato, appartiene ad Arnolfo di Cambio e si trova nella basilica di Santa Maria Maggiore, a Roma. In origine, era composto da 8 statuine, se non erro in legno; purtroppo, oggi si può ammirare un presepe di 6 pezzi perché sia la Vergine che Gesù Bambino sono andati perduti.

A partire da questo, nei secoli il presepe non ha mai smesso di attrarre pittori e scultori; partendo dalla Toscana per arrivare ai presepi napoletani, famosi in tutto il mondo.

A Napoli, a partire dal 1600 e per tutto il 1700, si sviluppò l’idea di allargare il presepe inserendo personaggi che rappresentassero la vita quotidiana e le classi sociali.

Questi personaggi, dal contadino al nobile, smisero di essere statuine per diventare manichini, con abiti e fil di ferro per creare piccole animazioni, e tutta una serie di oggettistica in miniatura per rendere più realistico l’impianto scenico. Fra il 1800 e il 1900 il presepe si diffuse anche nelle case del ceto medio, e non è mai stato offuscato dall’albero anzi, entrambe le rappresentazioni convivono da secoli.

Statuine da presepe napoletane anni ’60. Photo credit Ebay

Oggi purtroppo, nella produzione natalizia, la plastica è il materiale più in uso anche perché più economico, ma se siete in cerca di addobbi per albero o personaggi e oggetti per il presepe, storici e quindi esclusivi, negozi o mercati di antiquariato potranno aiutarvi.

La ricerca non sarà né facile né breve e neppure economica, ma il risultato vi soddisferà. Volete mettere?

Photo credit Leroy Merlin

In copertina: L’albero di Natale della coppia Kennedy alla Casa Bianca, 1960 – Photo credit Wikipedia

Ornella Candia @lerighediornella