Ma io ho solo un blog…!

di Valentina Fiorenza
Quante volte lo abbiamo detto?
Che noi, in fondo, abbiamo solo un blog su cui raccontiamo i nostri viaggi (e siamo travel blogger) o appuntiamo le nostre recensioni di libri (e siamo book blogger).
Magari attraverso il nostro blog un utente può commentare gli articoli o iscriversi alla nostra newsletter.
No, noi non vendiamo nulla tramite il nostro blog, gli obblighi legali e fiscali sono per altri!
Permettetemi sommessamente di dire che state sbagliando.
Il fatto stesso di avere un blog, tramite il quale non venga effettuato un trattamento strettamente personale di dati, porta con sé l’obbligo di adeguarsi alle disposizioni di cui al Reg. UE 679/2016, per gli amici GDPR.
Cosa vuol dire in soldoni?
Vuol dire che dovete avere cura di predisporre, o far predisporre da un esperto, tutta la documentazione privacy necessaria.
Essa si traduce nell’inserire, all’interno di appositi spazi del vostro blog, sia l’informativa privacy che l’informativa cookie che sono, rispettivamente, dei documenti che indicano, il primo come, perché e in che modo tratterete, diffonderete e conserverete i dati dei vostri utenti e, il secondo, che tipi di cookie sono presenti sul vostro blog.
A proposito dei cookie, un’importante buona pratica da seguire è quella di dotarsi di un cookie banner che permetta agli utenti una scelta effettiva e consapevole dei cookie.
Inoltre, qualora utilizziate la newsletter come gradito e utile strumento di marketing, vi consiglio di predisporre un’informativa privacy specifica per il trattamento dei dati che ottenete tramite iscrizione alla newsletter stessa.
Forse ci domandiamo se non sia troppo.
Perché, in fondo, è solo un blog.
Vi dico la mia, in proposito.
Da quando è nato l’internet ad ora, è questo l’unico momento storico in cui cominciamo a farci domande. Dopo anni di lamentele, di iscrizioni coatte alle newsletter, di chiamate nei momenti meno opportuni, di invasioni arbitrarie nella nostra quotidianità da parte di aziende o soggetti terzi non identificati, adesso, finalmente, ci facciamo delle domande e cominciamo a renderci conto che abbiamo dei diritti e che possiamo rivendicarli in quanto consumatori e, a monte, proprietari di quei dati.
Avere coscienza della nostra responsabilità come utenti e lavoratori (o “wannabe”) è il primo passo per un utilizzo etico del web.
Tu da che parte stai?
Valentina Fiorenza alias @theblondlawyer
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