LA BELLEZZA DI PARIGI SOTTO IL SOLE PRIMAVERILE

di Monica Maida
Son passati quindici anni dalla prima volta che andai a Parigi e i miei ricordi erano pochi e confusi. Darle una seconda possibilità è sempre stato nei miei piani e, con un occhio ben più allenato e uno spirito più maturo, ecco ritagliarmi l’occasione per imprimere nella mia mente l’immagine di una metropoli che ora posso piacevolmente ricordare come affascinante.
Le dritte di persone fidate che sono state qui o che ci hanno vissuto per anni mi hanno fatto capire quanto avrei potuto trottare e vedere in una sola manciata di giorni. Mi armo quindi di scarpe comode e accetto la gradevole sfida sotto i 20 gradi inaspettati di fine marzo.
Edifici maestosi, tratti gotici, strade ampie. Ogni angolo trasuda bellezza e mi riporta sul set di tanti film ambientati qui: i tetti dei palazzi rievocano le scene degli Aristogatti, i balconi stretti regalano respiri di libertà a chi abita in appartamento, le verande lasciano intravedere quanto i locali siano colmi di gente.
E come non notare le sedie puntualmente rivolte verso la strada come a voler indurre il cliente, da solo o in compagnia, ad avere sempre uno sguardo su ciò che gli passa davanti.
Per entrare a piè pari nell’immaginario parigino comune, scelgo di assaggiare il pain au chocolat e le crepes (inutile definirle imparagonabili con quelle prese altrove) in una delle tante boulangerie e brasserie che, insieme ai bistrot, sono tra i luoghi dove i cittadini amano trascorrere il tempo senza alcuna fretta. Parigi avrebbe meno fascino senza loro, noti ormai come un intramontabile classico che caratterizza l’atmosfera retrò della capitale permettendo a chi la vive di rilassarsi tra una degustazione e una chiacchiera.

I bistrot sono tra i luoghi dove i cittadini amano trascorrere il tempo senza alcuna fretta. – Photo credit Pixabay
Non mi sono sfuggiti i principali punti di interesse ma le migliori chicche viste e assaporate non credo si trovino nelle guide turistiche. Quel che più adoro fare quando esploro una città è immergermi nei quartieri: notare lo stile delle insegne, cosa si nasconde dietro una vetrina, quali sono gli atteggiamenti delle persone che frequentano la zona. Quant’è magnetica la Tour Eiffel, che colori pazzeschi ci sono sulle vetrate di Sainte-Chapelle, ma nulla mi ha più colpito di quella anonima via costellata da locali col cibo sul bancone. O come non restare affascinata dagli angoli smussati dei palazzi che favoriscono socialità e luoghi di incontro lì dove, ad un semplice incrocio, il bistrot prende vita.

Passeggiando per le vie di Parigi è curioso scoprire cosa si nasconde dietro una vetrina… Photo Credit: Elena Vitali
Continuo a camminare e davanti ai miei occhi si concretizza ciò che negli anni ho visto solo sui libri: mi ritrovo quindi vis a vis con la personalità bizzarra del Centro Pompidou, la magnificenza del Pantheon, la saggezza della Sorbonne nonché una delle università più ambite al mondo. Passo dopo passo coltivo un’euforia momentaneamente smorzata alla vista del Notre Dame, o quel che ne resta. È inevitabile dispiacersi per il patrimonio culturale che è andato perduto dopo l’incendio del 2019 ma, fortunatamente, la cattedrale al suo massimo splendore è uno dei pochi ricordi che avevo impressi nella mente.
Per tutto il weekend, i miei fedelissimi compagni di viaggio ed io siamo stati accompagnati dal lieto scorrere della Senna e siamo rimasti colpiti dal delizioso quartiere Montmartre, più defilato rispetto al centro ma sicuramente imperdibile.
Non torno a casa con baguette sotto l’ascella ma certamente con una rivalutazione ottimale della città. Questa volta i ricordi faticheranno a svanire e, se è vero che Parigi è la città dell’amore, non potevo che venirci con loro: Marta, mamma e papà.

Il delizioso quartiere Montmartre, più defilato rispetto al centro ma sicuramente imperdibile. Photo Credit: Pixabay
Grazie per tutti i chilometri macinati rigorosamente a piedi, perché è così che si gira e si entra nel vivo anche della più grande metropoli.
In copertina: Uno scorcio di Parigi Photo Credit: Pixabay
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