di Maria Cristina Moreschi

Per giugere nella bellissima Key West, ultima delle 1700 isole che formano le Florida Keys, l’arcipelago che “estende” la Florida in mezzo al mare per 120 miglia, si deve percorrere la famosa U.S. Route 1, che si snoda per ben 3846 km dal freddo Canada fino all’assolata Florida. La Route 1 nel tratto di collegamento tra le innumerevoli isole prende il nome di Overseas Highway, ovvero la strada panoramica che, con ben 42 ponti, collega Miami alla cittadina dai tramonti mozzafiato e dove l’atmosfera vacanziera regna tra le belle case d’epoca.

Ed è proprio a Key West, che nel 1928 lo scrittore Ernest Hemingway si ritirò e comprò una splendida casa per abitarvi con la sua seconda moglie, Pauline Pfeiffer.

La grande casa di Key West veduta esterna.
© Photo credit: Maria Cristina Moreschi.@macrimore

Qui scrisse molti dei suoi libri più famosi, da Morte nel pomeriggio a Per chi suona la campana e in questa splendida isola si dedicò alla pesca e all’enologia ed iniziò a sognare l’Havana, che in realtà dista davvero poche miglia da Key West, che è il punto più a sud di tutti gli Stati Uniti.

La sua passione per i gatti era risaputa e qui accolse la sua prima gatta ricevuta in dono da un capitano di una nave. Il suo nome era Snow White, Biancaneve, e aveva la caratteristica di essere polidattile, aveva cioè sei dita per zampa. Molti dei suoi discendenti a tutt’oggi, riportano questa particolarità. Le sei dita per zampa sono frutto di una mutazione genetica, ma tale anomalia all’inizio venne considerata una deformazione e per diversi anni Hemingway ebbe un contenzioso legale con il Dipartimento dell’Agricoltura della Florida che contestava i gatti polidattili.

Lo scrittore ritratto con uno dei suoi gatti davanti all’ ingresso della casa di Key West.© Photo credit: N la Rivista della Natura.

I gatti sono sempre stati tra i protagonisti della grande casa dello scrittore che dedicò loro anche un racconto Cat in the rain; nella casa infatti sono raffigurati un po’ dappertutto, ricamati ad uncinetto sulle tende, dipinti in diversi quadri o raffigurati nelle sculture di vetro di Lalique.

Accanto alla sua amata macchina da scrivere c’è perfino uno splendido gatto di ceramica firmato da Pablo Picasso.

Lo studio di Hemingway. ©Photo credit Maria Cristina Moreschi.@macrimore

Nella casa-museo, ancora oggi una cinquantina di gatti scorrazzano liberi per la gioia di migliaia di turisti che durante la visita se li trovano un po’ dappertutto. Sono curati addirittura da un veterinario appositamente ingaggiato e dal personale del museo che li tratta come icone della storia della casa e del suo proprietario.

La tradizione, iniziata dallo stesso Hemingway, vuole che i nomi dei suoi gatti fossero dedicati ai grandi della letteratura, dello spettacolo e delle scienze. Ecco dunque il nome di Edgar Allan Poe fino alla sicuramente molto sinuosa gattina Marylin Monroe, ma ci sono anche Mark Twain, la certamente meravigliosa gatta chiamata Ava Gardner, Emily Dickinson, James Joyce e il gatto geniale Pablo Picasso. Voluto dallo stesso Hemingway, in una zona un po’ nascosta, come è giusto che sia, del grande parco che abbraccia la casa, c’è un piccolo cimitero dei suoi felini con delle piccole lapidi che li ricordano.

Il piccolo cimitero dei gatti voluto dallo stesso Hemingway. © Photo credit: Maria Cristina Moreschi. @macrimore

Mi piace pensare che il grande scrittore si ritirasse in questo angolo appartato dove poter dedicare parole e pensieri a chi, con le sue fusa e il suo calore, gli fece compagnia mentre creava le sue indimenticabili opere.

@macrimore

In copertina: Uno  dei gatti di casa Hemingway a Key West. © Photo credit: fla_keys.com