di Renata Giannecchini

Senza ombra di dubbio, l’imperatrice Joséphine Bonaparte può essere considerata l’unica donna veramente amata da Napoleone che, in punto di morte, pronuncerà addirittura il suo nome. Un legame indissolubile li unisce per tutta la vita, nonostante le vicissitudini che finiranno per separarli.

La bella creola che affascinò la Francia

Marie Josèphe Rose Tascher de La Pagerie fu prima moglie di Napoleone Bonaparte nota per la sua bellezza e la sua passione per le rose. ©Photo credit: Museoalessandroroccavilla.it

Marie Josèphe Rose Tascher de La Pagerie nasce in Martinica il 23 giugno del 1763 da una famiglia nobile francese. Qui Rose, come viene chiamata dai familiari, cresce immersa in una natura rigogliosa di cui conserverà un nostalgico ricordo per tutta la vita. Appena sedicenne lascia i Caraibi per convolare a nozze con Alexandre de Beauharnais, un nobile che si schiera con gli esponenti della rivoluzione. Non è, però, un matrimonio felice: l’unione è stata infatti combinata dai genitori per cercare di risanare la difficile situazione economica della famiglia, messa in ginocchio dagli uragani che hanno distrutto la loro piantagione. Dopo la condanna a morte del marito, Joséphine si trova da sola con due figli e un notevole patrimonio da gestire.

Con i suoi modi aggraziati e il suo fascino, non fatica a inserirsi nei salotti del Direttorio. Proprio in uno di questi salotti, nel 1795, conosce l’introverso e impacciato generale corso Bonaparte, che rimane folgorato dalla bella creola, di sei anni più grande di lui. Un anno più tardi si uniscono in matrimonio e lui le cambia il nome in Joséphine. Nonostante la passione travolgente, il loro rapporto all’inizio è piuttosto burrascoso, a causa dei reciproci tradimenti e dei contrasti di Joséphine con la famiglia Bonaparte. In seguito, però il loro legame finirà per consolidarsi. Nel 1804 Joséphine viene incoronata imperatrice di Francia, conquistando l’affetto dei francesi, ma nel 1809 Napoleone la ripudia, su suggerimento dei consiglieri di Stato, perché incapace di dargli un erede. Continua, però, ad amarla per il resto della vita. L’imperatrice morirà il 29 maggio 1814, nel castello della Malmaison, in seguito al complicarsi di una polmonite, proprio nel pieno della stagione di fioritura delle sue amate rose.

La passione per la botanica e per gli uccelli esotici

Melchior de Hondecoeter, pavone su urna decorativa, ©Photo credit: Wikipedia.org

Nel 1799, mentre Napoleone intraprende la campagna d’Egitto, Joséphine, che mal si adatta alla vita a Les Tuileries, acquista il castello della Malmaison poco distante da Parigi. Qui trascorre gran parte del suo tempo e qui si trasferirà definitivamente dopo il divorzio da Napoleone.

L’imperatrice nutre una profonda passione per la botanica e per gli uccelli esotici. Avvalendosi dell’aiuto di naturalisti di tutto il mondo, inizia a realizzare una delle più importanti collezioni dell’epoca. La Malmaison è disseminata di voliere che ospitano pappagalli, are, cacatua, piccioncini, fagiani dorati. Nel lago artificiale nuotano bellissimi cigni neri. Grandi serre costudiscono rare piante esotiche. Questo è il regno di Joséphine, dove accoglie le personalità di spicco del tempo.

Le rose dell’imperatrice

Joséphine ama moltissimo le rose, soprattutto le galliche e nei giardini del castello ne coltiva ben 250 varietà, una delle collezioni più considerevoli della Francia del tempo. Per realizzarla si affida ai preziosi consigli di André Du Pont, un impiegato delle poste appassionato di rose e rinomato collezionista. L’imperatrice si avvale anche dell’esperienza del vivaista britannico John Kennedy. In quel periodo Francia e Inghilterra sono in guerra, ma il vivaista riesce a recarsi spesso alla Malmaison grazie a un lasciapassare che gli consente di superare indisturbato le linee nemiche. Lo stesso Napoleone sostiene Joséphine nella realizzazione del suo sogno, finanziando i suoi progetti e continuando a farlo anche dopo il divorzio. Consente alle navi dei fornitori inglesi di violare l’embargo imposto all’Inghilterra. Impartisce, inoltre, ai suoi soldati l’ordine di far pervenire alla residenza dell’imperatrice tutte le specie botaniche rare trovate durante le campagne militari.

“Les roses” di Redouté

Joséphine incarica l’illustratore botanico Redouté di immortalare la sua collezione di rose nei suoi acquarelli. Questi saranno raccolti nel volume Les roses, pubblicato qualche anno dopo la morte dell’imperatrice. L’opera di Redouté resta l’unica testimonianza della meraviglia che Joséphine Bonaparte ha saputo creare alla Malmaison. Alla sua morte il castello viene svuotato dei mobili e delle opere d’arte e la terra frazionata e venduta in lotti, come la gran parte delle collezioni di piante rare. L’imperatrice lascia, infatti, ingenti debiti che i figli impiegheranno più di dieci anni a estinguere. I giardini, ormai abbandonati all’incuria, vengono poi devastati durante la guerra Franco-Prussiana.

La rinascita dei giardini della Malmaison

Castello di Malmaison. © Photo credit: Parigi.it

Oggi il castello della Malmaison è museo nazionale. Nel 2014, nel bicentenario della morte di Joséphine, il roseto è tornato a fiorire. L’attuale giardino delle rose ha una superfice di 2.500 metri quadrati e ospita circa 800 varietà di rose antiche, tipiche del periodo in cui visse l’imperatrice. Al centro del roseto spicca la rosa “Souvenir de Joséphine”, una nuova varietà, che con il suo colore carminio richiama l’incarnato dell’imperatrice, mentre la leggerezza dei petali ricorda l’eleganza dei suoi abiti.

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In copertina:  Pierre-Joseph Redouté, rose della collezione Joséphine Bonaparte  acquarelli, ©Photo credit: Heritage Auctions, HA.com