IL GALATEO IN UN GIOIELLO: STORIA DEL BACIAMANO

Sono in piena tendenza i bracciali che dal dito medio si allungano fino al polso dove si allacciano come un normale braccialetto. I cosiddetti “Baciamano”.
Vorrei fare una breve dissertazione su questa galante pratica dalle origini ad oggi, per capire il significato e la storia di cosa indossiamo.
Il baciamano è un gesto senza tempo e senza pari eleganza. Un rito, nato nell’Europa dell’Est all’incirca nel 1500 e diffusosi con tempestiva ufficialità in tutte le Corti del Vecchio Continente.
Saluto cortese e cavalleresco, con un retrogusto d’ipocrisia, destinato alle dame che non potevano rifiutarlo, in quanto dimostrazione di stima verso chi lo riceveva. Parliamo quindi di donne dell’alta società rigorosamente sposate o impegnate. Non veniva praticato alle nostre antenate singles, per evitare fraintendimenti di interesse. Diciamo che anche ai bei tempi andati si voleva schivare l’impegno. Vichianamente inesorabile, in saecula saeculorum, amen, il piacere di essere soli è da sempre stato ripagato con cafonaggine cash and carry.
A seconda del contesto, esprime cortesia, rispetto, ammirazione, devozione. Ormai si fa solo al Papa, con il bacio dell’anello, tra Capi di Stato e Ambasciatori si opta per una più informale stretta di mano. Qualcuno si bacia, qualcuno si abbraccia, qualcuno entra in guerra. Dipende dal carattere.
Tornando alle origini, il gesto aveva un effettivo valor cortese/cortigiano, quindi alle bambine “bene”, veniva insegnato come riceverlo ed apprezzarlo, esercitandosi in privato.
Chi lo riceve porge la mano all’altezza delle proprie spalle, il palmo rivolto verso il basso, la posizione della mano non rigida. Il praticante si sporge in avanti prendendo la mano, non portandola alla bocca ma chinando il capo e sfiorando le nocche con le labbra.

L’uomo si sporge in avanti prendendo la mano, non portandola alla bocca ma chinando il capo e sfiorando le nocche con le labbra.- Photo credit www.nonsidicepiacere.it
Da evitare lo stile Bulldog Inglese festante che, da un presumibile gentiluomo è veramente di pessimo gusto. Dal cane una gioia.
Dove ancora sussiste detta pratica, in occasioni pubbliche e formali, il galateo e l’educazione suggeriscono di accennare un inchino senza che le labbra sfiorino la mano. A me, pur single, sono capitati due episodi. Visto il tasso di umidità sul dorso della mano, ringrazio l’abitudine di usare sempre fazzolettini di carta disinfettanti.
Agli uomini, la procedura veniva insegnata nelle accademie militari (i buoni partiti erano tutti militari dell’esercito) e nelle congregazioni studentesche. Si pensi ancora oggi al ballo delle debuttanti con i cadetti delle Accademie Militari.
Anche ai nostri ahimè desolanti giorni, sarebbe visto come un gesto elegante e rispettoso, un atavico ricordo che sparutamente fa capolino e ancora molte donne apprezzano/apprezzerebbero.
Qualora un intrepido cavaliere sprezzante del pericolo che il galateo possa intossicarlo volesse praticare un baciamano, qualche piccola regola; non siamo avvezze all’atto, figuriamoci alla perfezione.
– mai contatto labbra – mano (distanza circa 2 cm);
– niente movimenti sgraziati né forzature (potremmo reagire male);
– un vero gentleman non ci alza la mano ma si china, con la stessa cura data ai pesi da palestra. E la mano non usata, gentilmente, portata dietro la schiena. La propria, non della donna. Per i diversamente ma abilmente comprendenti;
– il baciamano solo dopo le 15:00. Aggiornato l’arco spazio – temporale, sorvoliamo su questo chimerico dettaglio;
– mai fare un baciamano in strada o luoghi pubblici se non pubbliche occasioni.
Da donne di classe quale siamo o dovremmo tornare ad essere, anche per noi esistono degli “accorgimenti”.
– non braccia conserte o mani dietro la schiena. A meno che non ci sia pericolo;
– curare le mani. No artigli, colori improbabili, unghie mangiate, smalto sbeccato;
– evitare di guardare l’uomo negli occhi durante il gesto (ci proverebbe subito). Educazione impone di guardare in basso, cioè la mano;
– pregare che non sia un bieco esibizionista, nel qual caso, è d’obbligo una silenziosa e disgustata ma superiore pietà.
Romanticismo e galanteria devono tornare di moda. E su questo, non si transige. Buona fortuna a noi che ancora ci speriamo. La speranza è l’ultima a morire.
In copertina: Martina Stella e Lapo Elkann – Photo credit www.nonsidicepiacere.it
No Comments