IL CUORE SEGRETO DI LUCCA

di Renata Giannecchini
Nel cuore di Lucca, protetto dalle antiche mura rinascimentali, sorge l’Orto Botanico, un piccolo gioiello risalente al 1820. Fondato dalla duchessa Maria Luisa di Borbone, nacque da un progetto della principessa Elisa Bonaparte Baciocchi che ne aveva avuto richiesta dalla Facoltà di Medicina dell’Università di Lucca, il Real Collegio. La disfatta di Napoleone ne impedì, però, la realizzazione. Il progetto fu ripreso da Maria Luisa di Borbone. Seppure rivale in politica di Elisa Bonaparte, aveva a cuore come quest’ultima lo sviluppo culturale della città.
Così, nel giugno del 1820, l’Orto Botanico fu consegnato all’Università di Lucca e l’anno successivo iniziò ad accogliere piante e semi provenienti dagli orti botanici vicini. Con l’unità d’Italia il Real Collegio fu soppresso e trasformato in liceo classico. In questo periodo l’Orto Botanico venne dato in gestione a Cesare Bicchi, che ne fu il direttore per ben 46 anni e a cui si deve il suo attuale assetto. Nel 1903, il Comune di Lucca entrò in possesso dell’istituzione culturale. Negli anni Cinquanta, dopo un lungo periodo di decadenza, vennero arricchite le collezioni e revisionato il patrimonio bibliotecario. Nei primi anni Ottanta, l’attività istituzionale riprese finalmente a pieno regime.
La leggenda del laghetto dell’Orto Botanico

Il laghetto il posto più suggestivo dell’ orto botanico a cui è legata una leggenda. © Photo credit: Renata Giannecchini. @rosapaeonia
All’interno dell’Orto Botanico di Lucca si trova uno specchio d’acqua popolato da bellissime ninfee e dominato al centro da due maestosi esemplari di Taxodium distichum (cipresso calvo). Questo è senza dubbio il punto più suggestivo di tutto l’Orto e non solo per la bellezza vegetale che lo anima, ma anche per la curiosa leggenda legata al laghetto.
Si narra, infatti, che nel 1600 la bellissima nobildonna lucchese Lucida Mansi vivesse nel lusso e nel piacere. Ogni notte si intratteneva con giovani amanti di cui pare si sbarazzasse come una mantide religiosa, facendoli cadere in una botola rivestita di lame e celata nel pavimento della sua sontuosa dimora, Villa Mansi.
Sembra che Lucida fosse così vanitosa d’aver fatto tappezzare di specchi le pareti del suo palazzo per poter vedere la sua immagine riflessa ovunque. Quando un giorno, ammirandosi, scorse una ruga sul suo viso, non sopportando l’idea di invecchiare, stipulò un patto con il diavolo: in cambio della propria anima avrebbe ricevuto trent’anni di bellezza.
Lucida continuò così a condurre una vita tra feste e amanti, illudendosi che il diavolo non si sarebbe ripresentato. Non fu così e allo scadere dei trent’anni Lucifero tornò per esigere il pagamento del patto. Lucida disperata corse sulla Torre delle ore, cercando di fermare le lancette dell’orologio e l’inesorabile scorrere del tempo. Il diavolo la raggiunse e la trascinò con il suo cocchio infuocato per un intero giro sulle mura di Lucca affinché la popolazione potesse udire le sue grida disperate e trarne un monito a sfidarlo. Finì la sua corsa inabissandosi nel laghetto dell’Orto Botanico.
Ancora oggi si narra che prima dello scoccare della mezzanotte di ogni 31 ottobre, intorno al laghetto si alzi il vento e si sentano le grida disperate di una giovane donna e il rumore di zoccoli di cavallo.
Si racconta inoltre, che immergendosi nel laghetto, si possa scorgere il volto della bellissima e sventurata Lucida, addormentata sul fondo.
Tra leggenda e realtà

Lo specchio d’acqua, divenuto poi il laghetto del giardino botanico, era usato nel ‘600 per seppellire i condannati a morte e le persone morte di peste. ©Photo credit: Renata Giannecchini @rosapaeonia
Questa leggenda si ispira alla figura di Lucida Mansi, una nobile nata a Lucca nel 1606 e appartenente alla famiglia Saminiati. L’affascinante nobildonna lucchese si sposò a soli vent’anni con Vincenzo Diversi, ma rimase vedova solo dopo due anni. Ben presto convolò a nuove nozze con il facoltoso commerciante di seta Gaspare di Nicolao Mansi, molto più grande di lei. Si trattò di un matrimonio di convenienza, molto chiacchierato a causa della differenza di età tra i due e per l’eccessiva libertà di costumi della bella e disinvolta sposa. Lucida trascorse la propria vita nella mondanità e nel lusso. Morì di peste a soli 43 anni e, secondo alcune fonti, fu sepolta nella chiesa della Concezione dei Cappuccini nei pressi dell’Orto Botanico di Lucca, andata distrutta sotto Elisa Bonaparte. Nel Seicento, lo specchio d’acqua, che successivamente divenne il laghetto dell’Orto Botanico, veniva utilizzato per seppellire i condannati a morte, gli eretici e le vittime della peste. Forse la parte di leggenda che la vede annegata trae ispirazione proprio da questo.
In copertina: Orto botanico di Lucca ©Photo credit: Wikipedia.org
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