di Manuela Vetrano

Il 28 luglio 1907, sulle pagine della Gazzetta del Popolo della domenica, appare una simpatica poesia: Le signore che mangiano le paste.
Il componimento diventerà noto soprattutto con il titolo Le golose.

Ritratto di Guido Gozzano
©Photo credit: Wikipedia

Guido Gozzano (Torino, 1883 – 1916), il poeta malinconico della Belle Époque, ne è l’autore. Le paste summenzionate non sono fusilli, spaghetti o lasagne, bensì i rinomati dolciumi di una celebre confetteria torinese.

GOZZANO A TORINO
Il 1907 è un anno intenso per Gozzano: intreccia la relazione amorosa con la scrittrice Amalia Guglielminetti, conosciuta l’anno precedente a Torino nei locali della Società di Cultura, e pubblica la raccolta La via del rifugio, che ottiene lusinghiere recensioni e che comprende la famosa poesia L’amica di nonna Speranza.
Il 1907 è, purtroppo, anche un anno difficile e triste: si aggrava quella malattia che è suo tormento e, allo stesso tempo, elemento suggestivo delle sue pagine, così pervase dalla disincantata consapevolezza della morte imminente.
La tisi, inesorabile, lo porterà via il 9 agosto 1916, a soli 32 anni.
Nell’aprile del 1907, in seguito alla diagnosi di una grave lesione polmonare all’apice destro, Gozzano inizia ad intraprendere una serie di viaggi, che lo condurranno addirittura in India, allo scopo di alleviare il suo male. Tra la primavera e l’estate del 1907, soggiorna ad Albaro, quartiere collinare di Genova, presso l’albergo-ristorante San Giuliano, conosciuto da tutti come la Marinetta o l’Osteria dei Poeti. Qui Gozzano condivide il suo tempo con colleghi letterati, si riposa, medita. E scrive.
È probabile che il poeta, ricordando la sua Torino, componga Le golose seduto ai tavoli di questo ristorante in riva al mare. Quando i versi vengono pubblicati, in calce alla poesia si legge la scritta: Torino, confetteria Baratti.

UN LOCALE STORICO

Lo storico caffe Torinese Baratti e Milano ©Photo credit: Flawless.life

La confetteria Baratti & Milano viene fondata a Torino nel 1858 dai canavesani Ferdinando Baratti e Edoardo Milano, che decidono di aprire la loro attività in via Dora Grossa (l’attuale via Giuseppe Garibaldi). Riscuotono un buon successo, tanto da decidere di trasferirsi nel 1874 nella nuovissima Galleria dell’Industria Subalpina, in piazza Castello.
L’1 febbraio 1875 il locale viene inaugurato. Scriverà un cronista: “Lo sfarzo e il buon gusto qui se la contendono. Specchi di grande superficie, sculture in legno di noce artisticamente eseguite, dorature splendidissime e, a degno accompagnamento, la bontà squisita dei prodotti dei miracolosi fornelli dei signori confettieri”. Subito Baratti & Milano diventa uno dei luoghi di ritrovo più apprezzati dalla buona società subalpina, dove la clientela può gustare caramelle, cremini, praline e pasticcini, immersa in un ambiente raffinato, che profuma di salotto borghese. Agli albori del Novecento la confetteria verrà ampliata e rinnovata seguendo i dettami dell’imperante gusto Liberty.
Non è quindi difficile immaginare il giovane Gozzano che entra nel locale e si sofferma ad osservare le eleganti madame, tutte inguantate, incappellate e ingioiellate. Le immortalerà per sempre come Golose nei suoi versi.

Gli interni del Baratti e Milano conservano il fascino dei tempi di Gozzano.
©Photo credit: Torino Oggi

“Perché nïun le veda, volgon le spalle, in fretta, sollevan la veletta, divorano la preda”: eccole, mentre si infilano repentinamente in bocca una bignola, senza riuscire a nascondere l’espressione di piacere che si disegna sul volto dai tratti sabaudi, quando la dolcezza della crema pasticcera incontra le papille gustative.
“Io sono innamorato di tutte le signore che mangiano le paste nelle confetterie”, scriverà Gozzano nella sua poesia.
Il caffè Baratti & Milano è, oggi, uno dei locali storici più famosi di Torino, meta di turisti curiosi e di flâneur contemporanei alla ricerca delle atmosfere d’antan. Tutti golosi, oggi come allora.

Manuela Vetrano
Torinese, classe 1981, è laureata in Scienze dei Beni Culturali e da anni lavora a Torino come guida turistica, operatore museale, articolista e blogger. La sua passione per le storie perdute e per l’arte funeraria l’ha condotta a scrivere il libro Torino silenziosa. Il Monumentale si racconta. Sempre alla ricerca di qualcosa da imparare e scoprire, è un’amante delle epoche passate, dei libri polverosi e delle fotografie in bianco e nero.
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In copertina: ©Photo credit: pixabay