GALATEO SEMISERIO POST PANDEMICO

di Annalisa Colonna
Per l’estinzione delle cattive abitudini
Cari/e Instagrammers, ormai siamo navi senza nocchiero, stanchi, stressati, con le difese immunitarie che sventolano sul ponte bandiera bianca, barcolliamo ma non molliamo. Rimpiangiamo cose cui non davamo valore e la memoria ha lo spread a limiti indicibili da farci pensare a quanto fosse bella la nostra vita anche quando andavamo a sbranarci alle riunioni condominiali.
Vi sblocco alcuni ricordi:
– chi si presentava stritolandoti la mano;
– chi si faceva odiare stringendo la mano a foglia cadente;
– chi per ribadire il concetto doveva toccarti le braccia ogni 3 parole tipo congiunzione;
– quelli che ogni volta che ti incontravano e che ti salutavano, dovevano baciarti per forza;
– chi ti rubava il cibo dal piatto;
– chi teneva una distanza massima di 15 cm dal tuo corpo per parlarti o meno 10 cm in coda alla posta;
– le manate simpatiche da tutore;
– chi ti fumava in faccia ovunque si trovasse;
– truccarsi dal mattino alla sera al buio, in ascensore, al semaforo, in coda in tangenziale.
Grazie Covid!… Perché da quando ci sei tu, tutto questo non c’è quasi più.

Non è necessaria una pandemia per imparare il concetto di spazio interpersonale. © Photo credit: Pexels
Non che fosse necessaria una pandemia per imparare un concetto di privacy e spazio interpersonale, in una parola educazione. Visto che è accaduto, cerchiamo di sfruttarne i lati positivi per costruire un nuovo galateo che ci tuteli dalla tuttologia e renda esseri civili.
– Se non ci vediamo da molto tempo, quando si potrà, accostiamo le guance. Non ad ogni giro d’angolo, per agevolare la non proprio agognata covi-convivenza ed evitare la possibilità di una nuova diffusione di virus; un abbraccio allunga la vita, basta non esagerare.
– Asteniamoci alla stretta di mano ortopedica da microfrattura come da quella “a caduta di fogliame.” Un leggero sfioramento o l’ormai consueto tocco di pugno saranno graditi, le abitudini devono essere ripristinate con opportuni accorgimenti.
– No! alle mani tatuate addosso al malcapitato interlocutore ogni volta che si tenta di esprimere un concetto. Un educato appoggio, uno, sarà più che sufficiente.

Evitiamo le strette di mano troppo energiche. © Photo credit: Pexels
– La divisione del cibo al ristorante avvenga prima di aver usato tutte le posate, l’igiene è igiene. Come e più di prima.
– Chi vuol fumare mantenga la canonica distanza di cortesia di un metro e mezzo. Se riusciremo a togliere in sicurezza le mascherine, cerchiamo di salvare i polmoni superstiti dai danni da fumo passivo.
– Manteniamo in coda una distanza congrua. Alla posta o altrove non si legga l’importo della fattura di chi ci precede. Ognuno si faccia gli oneri suoi.

Continuiamo a lavarci le mani, è sempre un’ottima abitudine. © Photo credit: Pexels
– Continuiamo a lavarci le mani e usare il gel. Ma, in primis, usiamo acqua e sapone. Riesco a percepire aroma di umanità a distanza e con due mascherine.
– Riprendiamo a truccarci, a ridere, a scherzare, ma soprattutto a leggere e studiare. Impariamo l’ironia, a rispettare il prossimo, a dire grazie, prego, ad essere gentili con chi lavora e cerca di aiutarci; siamo meno egoisti. Usciamone almeno bene, visto che il durante è stato decisamente non edificante;
– non riempiamo i social di parolacce, insulti, idee strane, balzane. Ci sono anche dei ragazzi e meritano di crescere in un clima che li stimoli al meglio, non che li imbruttisca umanamente. E un minimo di educazione fa bene a tutti. Ogni persona che abbiamo davanti ha una storia da raccontare. Siamo gentili. Sempre. Un parcheggio è solo un parcheggio. Non una ragione di vita.
Termino con un verso di un brano di Eros Ramazzotti, “Le cose che ho visto”:
“Spero solo che, che si faccia poi insieme qualcosa perché non si vedano più, nemmeno in tv, le cose che ho visto.”
In copertina: ©Photo credit: Pexels
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