Eleonora Sabet, Autoritratto di Alice Ursini, in “Quarantine project”, 2020. © Photo credits: eleonorasabet.com

di Isabella Camurati |

Emozioni, parole, immagini: tre progetti fotografici per raccontare i giorni di isolamento

Sono moltissimi gli artisti che, nel mondo, hanno deciso di utilizzare la propria arte per rappresentare i mesi di isolamento ai quali il Covid-19 ha costretto milioni di persone.

Come ormai tutti noi sappiamo, l’Italia è uno dei paesi maggiormente colpiti dal coronavirus, nonché uno di quelli in cui il lockdown si è protratto più a lungo. Ed è forse proprio questo il motivo per cui nel nostro Paese sono numerosissimi gli artisti, tra pittori, scultori, fotografi ma anche scrittori, videomaker e musicisti, che hanno scelto di dare una forma, un volto, una voce oppure un colore, a questo periodo di isolamento.

C’è chi lo fa dipingendo, talvolta addirittura sulle mascherine, ormai diventate parte della nostra quotidianità, chi fotografando oggetti e particolari della propria abitazione, che ha avuto modo di esplorare da ogni possibile angolazione, chi ancora sfruttando le quattro mura di casa per dare vita a tableaux vivants ispirati a celebri opere del passato.

Le idee sono tra le più disparate ma il filo rosso che sembrerebbe accomunarle tutte è uno: la volontà di creare una testimonianza tangibile di questo difficile e controverso periodo storico, durante il quale il tempo pare quasi essersi fermato.
Ed è proprio tale volontà ad emergere in quanto intento preponderante nei progetti delle tre artiste che vi presentiamo oggi. Tutte e tre hanno scelto come mezzo di rappresentazione artistica il ritratto fotografico, dando vita a quello che potrebbe a tutti gli effetti essere definito un “diario della quarantena”.

Il primo progetto di cui vi parliamo è opera di Eleonora Sabet, una giovanissima fotografa milanese, trovatasi a trascorrere l’isolamento ad Amman, in Giordania.
Il suo “Quarantine project” nasce dalla rete social di Instagram: il 29 marzo Eleonora pubblica un post sul suo profilo, tramite il quale invita chiunque desideri farlo ad inviarle via mail un autoritratto fotografico, accompagnato da un pensiero scritto a mano su un foglio di carta, nel quale il partecipante è chiamato ad esprimere le emozioni che il periodo di quarantena sta scaturendo in lui/lei.

Eleonora Sabet, Autoritratto di Kimberly Dela Cruz, in “Quarantine project”, 2020. Photo credits: eleonorasabet.com

Eleonora Sabet, Autoritratto di Kimberly Dela Cruz, in “Quarantine project”, 2020. © Photo credit: eleonorasabet.com

Sin da subito i partecipanti sono tantissimi e provenienti da ogni parte del mondo. Il risultato è un vero e proprio excursus emozionale del periodo storico che stiamo vivendo. Le varie fotografie e le frasi che le accompagnano rivelano quanto la fragilità e il senso di impotenza che proviamo trovandoci a fare i conti con qualcosa che sfugge al nostro controllo, e per certi versi anche alla nostra comprensione, non conoscano confini. Le parole scritte da Kimberly, che si trova nelle Filippine, non sono poi così diverse da quelle scritte da Alice in Abruzzo, o ancora da Alexis​, in Turchia..

L’autrice ha pubblicato l’intero progetto, ancora in divenire, sul proprio sito web: eleonorasabet.com.

Eleonora Sabet, Autoritratto di Alice Ursini, in “Quarantine project”, 2020. Photo credits: eleonorasabet.com
Eleonora Sabet, Autoritratto di Alice Ursini, in “Quarantine project”, 2020. © Photo credit: eleonorasabet.com

La seconda artista che vogliamo presentarvi oggi è Valeria Dellisanti, anche lei talentuosa e giovanissima fotografa. Il suo “Distancing Diary”, interamente consultabile su valeriadellisanti.com, altro non è che un diario, ma questa volta di quelli fisici, che per molti di noi hanno un sentore adolescenziale che ci riporta ai banchi di scuola.

Valeria vi ha annotato quasi ogni giorno i pensieri, le preoccupazioni e le sensazioni provate durante i giorni di reclusione. Anche in questo progetto la componente visiva è essenziale e di forte impatto: alle proprie parole, la giovane artista affianca delle immagini che ritraggono ora alcuni particolari dell’appartamento in cui si trova, ora il suo compagno, intento a fumare una sigaretta alla finestra per ingannare il tempo, ora il paesaggio, immutato da giorni, che si spalanca oltre le imposte.

Valeria Dellisanti, ​Distancing diary,​ 2020. Photo credits: valeriadellisanti.com

Valeria Dellisanti, ​Distancing diary,​ 2020. © Photo credit: valeriadellisanti.com

In alcune fotografie Valeria ritrae invece se stessa, in volto un’espressione neutra, tra le mani la macchina fotografica, come a voler immortalare le proprie emozioni e renderle più tangibili, quasi come volesse ricordare a se stessa la sua presenza, come volesse dire a quell’immagine nello specchio “Sono ancora qui. Esisto!”

Nelle immagini e nelle parole di Valeria ritroviamo quella intimità dolceamara alla quale ognuno di noi si è visto costretto ad abituarsi durante questi mesi.

Valeria Dellisanti, ​Distancing diary,​ 2020. Photo credits: valeriadellisanti.com
Valeria Dellisanti, ​Distancing diary,​ 2020. © Photo credit: valeriadellisanti.com

L’ultimo progetto che abbiamo selezionato per voi è un fotoreportage realizzato a due mani, opera della giornalista e scrittrice Gea Scancarello e del fotografo Gabriele Galimberti.
Il lavoro, pubblicato su National Geographic, si focalizza sul modo in cui il distanziamento sociale viene percepito da chi lo sperimenta in prima persona.

Gea Scancarella, ​La vita ai tempi del coronavirus in Italia,​ in nationalgeographic.it​)
Fotografia di Gabriele Galimberti ©

“I due figli di Michela Croci e Luca Volta erano abituati a giocare fuori casa. In quarantena Agata e Giovanni hanno a disposizione solo un piccolo cortile per sfogare tutte le loro energie represse. Nel tentativo di mantenere una certa normalità, la famiglia continua a svegliarsi molto presto e segue un’agenda quotidiana di compiti e gioco. ‘Invento cose ogni giorno’, dice Croci. ‘Per esempio, facciamo finta che la casa sia un grande mare da esplorare’.” (Gea Scancarella, ​La vita ai tempi del coronavirus in Italia​, in nationalgeographic.it​)
Fotografia di Gabriele Galimberti ©

Questa volta, differentemente dai due progetti precedenti, l’obiettivo è rivolto all’esterno: le fotografie ritraggono persone comuni, sconosciuti, che, contattati da Gea e Gabriele, hanno acconsentito a partecipare, posando per la fotocamera e raccontando la propria personale esperienza di quarantena.

Gea Scancarella, ​La vita ai tempi del coronavirus in Italia,​ in nationalgeographic.it​)
Fotografia di Gabriele Galimberti ©

“Greta Tanini trascorre le sue giornate facendo lezioni online e Cristoforo Lippi lavora al progetto finale della sua laurea in arte. Normalmente vivono separati ma si sono ritrovati insieme, al momento della chiusura cautelativa dell’Italia, a casa della Tanini. ‘Preferiamo restare in isolamento piuttosto che rischiare di mettere a repentaglio la salute di qualcun altro’, spiega la ragazza”. ​(Gea Scancarella, ​La vita ai tempi del coronavirus in Italia,​ in nationalgeographic.it​)
Fotografia di Gabriele Galimberti ©

La modalità utilizzata dai due è la stessa per ogni partecipante: Gabriele fotografa i soggetti dall’esterno delle loro abitazioni, in modo tale da non rischiare la diffusione di germi indesiderati, mentre Gea, successivamente, li intervista telefonicamente.
Ne emergono storie che ci sembrano familiari, come se gli estranei ritratti al di là dei vetri di quei portoni e di quelle finestre fossero persone a noi care, amici o conoscenti.

Pur mantenendo la propria unicità, il racconto del singolo si fa narrazione collettiva, di una città, di una nazione o persino del mondo intero.

 

 


Isabella Camurati (@expo_nauta) Laureata in valorizzazione dei beni culturali all’Accademia di Brera di Milano, appassionata di fotografia e arte contemporanea ed instancabile viaggiatrice. Scrivere è uno dei suoi hobby principali sin dall’adolescenza e anche oggi adora visitare mostre e musei per poi raccontarli attraverso la scrittura. La sua passione per l’arte e per la lingua francese l’hanno portata a trasferirsi a Parigi, dove ha vissuto per quasi quattro anni, studiando prima e lavorando poi, sia nel settore dell’arte che in quello dell’e-commerce. Oggi è tornata a vivere in Italia e si occupa prevalentemente di content creation.