di Emanuela Borgatta Dunnett

Intervista a Jan Marsh
Elizabeth Siddal: Her Story“, un volume appena pubblicato da Athena Press, getta nuova luce sulla sua figura. Non più semplice moglie e musa del pittore preraffaellita Dante Gabriel Rossetti, ma artista e voce a sé stante.
La biografa e curatrice Jan Marsh (figura cardine degli studi dedicati all’arte preraffaellita e vittoriana) porta a galla le scoperte di un’instancabile ricerca, nella nostra intervista; illustrando le connessioni con la mostra attualmente dedicata ai Rossetti, ospitata nelle sale della Tate Britain di Londra; nonché i progetti che la vedranno impegnata dopo questa ennesima, mirabile fatica letteraria.
Secondo i curatori, la mostra rossettiana alla Tate è un “punto di riferimento per correggere il mito di lunga data riguardante Elizabeth Siddal che la vede come “colomba mite e inconsapevole” e triste vittima della misoginia e della tossicodipendenza”. Mi risulta che lei condivida questa opinione.

https://londranews.com/mostra-sui-rossetti-alla-tate-britain/

Come è riuscita a dare nuova linfa all’immagine stantia che spesso è stata riservata ad Elizabeth?
Ho fatto ricerche sulla vita e sul lavoro di Siddal per molto tempo, cercando di separare i fatti dal mito – per lo più senza successo, perché la finzione/fantasia è sempre più potente della realtà. Non esiste, ad esempio, alcuna conferma della storia secondo cui fu “scoperta” a lavorare come modista, che sembra essere stata inventata da Holman Hunt e/o Frederic Stephens. Esiste, tuttavia, un resoconto indipendente, che deve provenire dalla stessa Siddal, in cui si afferma che prese l’iniziativa mostrando i propri disegni al direttore della School of Design di Londra, attraverso il quale incontrò e fece da modella per i membri del circolo PRB. Mi sembra più plausibile, in quanto si accorda con altre dimostrazioni della sua ambizione. Ambizione e indipendenza sono i fili narrativi che ho seguito nel nuovo libro, insieme alle descrizioni che vedono la Siddal come “orgogliosa”, “ostinata”, “testarda” e “ingrata”. Nessuno l’ha descritta come “mite” – l’idea deriva dai delicati disegni di Rossetti, che ritraggono un senso di passività quando sono schizzi di lei seduta, che riposa, legge, sonnecchia. In realtà era assertiva, esigente, persino “difficile”.

La mostra della Tate non include il dipinto Ophelia di John Everett Millais. A prescindere dallo scetticismo che questa decisione ha suscitato, mi sono trovata d’accordo, perché ciò mette ancora più in evidenza le capacità artistiche di Elizabeth. È una visione che condivide anche lei?
L’Ophelia di Millais è ovviamente esposta in una galleria della Tate Britain e non è centrale e nemmeno pertinente al tema rossettiano della mostra. I curatori hanno scelto di presentare la creatività dei membri della famiglia Rossetti, tra cui Siddal come cognata e moglie. Ciò consente all’esposizione di presentare le sue opere, due delle quali sono presenti nella collezione della Tate. L’apprezzamento della sua arte è cresciuto negli ultimi tempi, ma non si presta ad un’esposizione diffusa perché le opere sono molto piccole [per lo più concepite come illustrazioni] e su carta [il che limita la loro esposizione alla luce]. Mi fa naturalmente piacere che i curatori, i critici e i visitatori rispondano positivamente al modo di fare arte di Siddal, perché a mio modesto parere questo è più interessante degli aneddoti più o meno fantasiosi sulla sua vita. Tutti, però, sono stati eclissati dalla sua triste morte, avvenuta a 29 anni per un’overdose di farmaci per combattere la psicosi postnatale, dopo la nascita della figlia.

Ophelia di John Everett Millais

Per quale motivo il fratello di Rossetti fu pronto a negare i mesi che Siddal trascorse alla scuola d’arte di Sheffield?
Intorno al 1911, quando gli ex studenti della scuola d’arte di Sheffield condivisero i loro ricordi sulla stampa locale, William respinse l’idea perché non ne sapeva nulla, e a quella data si era comunque affermato come l’autorità sull’operato della Siddal. Non sappiamo nemmeno se Gabriel Rossetti fosse a conoscenza di quel che la Siddal fece durante l’estate del 1857 a Sheffield; visto che appena si recò a nord per raggiungerla, presero alloggio a Matlock, una città termale nel pittoresco Peak District. Tuttavia, è un elemento importante della sua carriera, che dimostra che si presentava come artista indipendente. Dovremo, quindi, ricostruire la storia di Elizabeth a Sheffield (ci devono essere altre informazioni!), visto che questa era la città natale del padre, piena di parenti non ancora identificati.

Rispetto al suo precedente libro monografico sulla Siddal, questo lavoro getta nuova luce su molti aspetti della sua vita. Come ha condotto le ultime ricerche (soprattutto dopo la mostra che ha curato nel 2019: Pre-Raphaelite Sisters)?
Le nuove informazioni mi erano già note quando ho curato Pre-Raphaelite Sisters. Poiché, quella mostra presentava 12 donne, non era possibile presentare Siddal in modo approfondito. Ci sono anche fatti nuovi, appena venuti alla luce, come il fatto che lei e Rossetti si trovarono insieme nel Warwickshire intorno a Natale – Capodanno del 1860, quando in precedenza tutti avevano dedotto che si erano allontanati. Alloggiarono insieme in un hotel, firmandosi “Mr e Miss Rossetti” – una mossa davvero straordinaria – e visitarono anche la casa natale di Shakespeare a Stratford-on-Avon. Sono ancora perplessa su cosa significhi questo in termini di una relazione presumibilmente instabile. La ricerca può essere davvero sorprendente!

Jan Marsh “Elizabeth Siddal: Her Story”, un volume appena pubblicato da Athena Press

Posso chiederle se sta già lavorando a nuovi progetti artistici/pre-raffaelliti?
In questo momento, l’English Heritage sta installando una targa blu per l’artista Marie Spartali Stillman nella sua ex casa di famiglia a Clapham. Per maggiori dettagli, visitate janmarshblogspot. Più o meno nello stesso periodo ci saranno commemorazioni per la modella di origine giamaicana Fanny Eaton, oltre ad uno spettacolo teatrale basato sulla sua affascinante storia.
Sto anche contribuendo ad un’importante mostra sulle donne artiste del 1600-1900 che si terrà alla Tate Britain nel 2024. C’è ancora molta vita preraffaellita in divenire.

Emanuela Borgatta Dunnett @manuwritesandreviews

Per la copertina Photo Credit https://librariacultura.altervista.org/