“DOVE NASCE IL VENTO: STORIA DI NELLIE BLY” DI NICOLA ATTADIO

di Eleonora Vallin
Lo confesso: ho un’evidente passione per le donne giornaliste; e sono affascinata, in generale, dal coraggio delle azioni di alcune che impavidamente scendono in prima fila per raccontare una guerra, o decidono di spogliarsi di tutto e immergersi in mondi ardui e lontani per comprenderli davvero, guardandoli dentro, prima di condividere ciò che hanno visto e sentito sulla pelle.
Una domenica di alcuni anni fa mi sono imbattuta, quasi per caso, in un articolo che ricordava la straordinaria impresa compiuta da Nellie Bly ad appena 23 anni.
Correva l’anno 1887 e una giovane donna, la tredicesima di 15 figli, una ragazza dagli occhi grandi che “scriveva come un uomo”, decise di fingersi pazza (per davvero) per farsi internare in un manicomio femminile.
Il suo obiettivo era investigare, e in seguito denunciare, come mai nessuno aveva fatto prima, le terribili condizioni in cui versavano le pazienti del Women’s Lunatic Asylum dell’isola di Balckwell a New York. Nellie resistette 10 giorni – quanti quelli che aveva inizialmente pattuito, anche con se stessa – ma questa, non è la prima grande impresa che compie: a 21 anni Nellie aveva già firmato un reportage di denuncia sulle donne che lavoravano in fabbrica, fingendosi essa stessa un’operaia.
Il suo reportage da Balckwell è una disamina di atti e comportamenti illeciti e inumani subìti non solo da donne insane (di mente) ma anche da donne povere ed emarginate dalla società e dalla loro stessa famiglia che aveva deliberatamente scelto di confinarle.
“Vi è una cosa che mi lascia oltremodo perplessa: nel momento stesso in cui fui internata, cessai di atteggiarmi a pazza e mi comportai in modo assolutamente ordinario. E tuttavia, più parlavo e agivo razionalmente, più ero ritenuta afflitta da follia da tutti, ad eccezione di un medico, la cui gentilezza e cordialità resterà per sempre impressa nel mio cuore”.
Nellie fu una grande giornalista, una pioniera, una figura femminile che non era mai esistita prima: indipendente, determinata, fuori dalle regole sociali comuni, di certo capace di colpire con la penna e fare cose straordinarie: come il giro del mondo in meno giorni di Jules Verne.
Il libro che consiglio oggi di leggere è dunque la sua biografia romanzata. L’autore si chiama Nicola Attadio e il titolo è: “Dove nasce il vento: storia di Nellie Bly“.
Attadio inizia dall’infanzia di Nellie e ripercorre tutte le tappe: dal primo articolo firmato per il “Dispatch” a quando decise di andarsene – “Me ne vado a New York. Sentirai parlare di me presto. Bly” (cit) – per sfidare la storia, bussando alla porta del New York World e chiedendo di poter fare la reporter. Il direttore era Joseph Pulitzer. E nessuna donna, prima, aveva mai osato tanto.
Nellie Bly è uno pseudonimo (il vero nome è Elisabeth Jane Cochrane) e la giornalista da sempre sposa l’idea delle inchieste sotto copertura. Il reportage dal manicomio di Blackwell Island segna la storia del giornalismo e ci riporta in un mondo dove informare è una necessità e nasce da una missione: Nellie aveva un’esigenza, raccontare ciò che vedeva e che molti spesso ignoravano.
La verità è che vorremmo tutti essere un po’ Nellie Bly; e avremmo tanto bisogno di “nuove” Nellie Bly.
Ps. la seconda lettura consigliata è ovviamente “Nellie Bly, Dieci giorni in manicomio“.
Eleonora Vallin @eleonoravallin
Foto di copertina: Pexels
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