Dimmi come scatti e ti dirò chi sei

di Silvia Barbero
Come scatti di solito? Con il cellulare? Con una macchina fotografica digitale? Con una reflex? A ogni mezzo fotografico corrisponde una mentalità e una necessità diversa. Per scoprirlo, basta sedersi in una via o in una piazza molto frequentata, sia da turisti che da abitanti locali, e guardarsi attorno.
Mezzi fotografici diversi per scopi diversi
Dall’osservazione nasce una riflessione: ognuno usa un mezzo fotografico diverso per scattare, con uno scopo diverso.
Ci sono i turisti “mordi e fuggi”, spesso orientali, che passano veloci e scattano con smartphone o tablet. La loro priorità è vedere più cose nel minor tempo possibile, senza badare alla qualità delle fotografie. Nella maggior parte dei casi le scattano per aggiornare i propri canali social, poi le salvano nel computer, dove rimarranno nel dimenticatoio per anni.
I turisti più attenti, invece, dedicano più tempo alle foto e alternano scatti dal cellulare a scatti con la reflex. In questo caso, gli scatti fatti con il cellulare sono immediati e imperfetti, pronti per essere condivisi rapidamente sui social e nelle stories; quelli con la reflex più curati e destinati probabilmente a un album di ricordi.

Porto antico di Genova.
©Photo credit: Silvia Barbero @barberosilvia
Capitolo a parte riguarda gli abitanti locali, gli studenti di fotografia e arte e i professionisti, che si riconoscono subito perché passeggiano con reflex avanzate e zaini pieni di obiettivi. Aspettano che tutti i turisti vadano via, esaminano il luogo, si avvicinano, si allontanano, cambiano prospettive e obiettivi, e solo quando sono soddisfatti scattano. Sono perfezionisti che non si accontentano di uno scatto qualsiasi, ma cercano LO scatto, quello da inviare a un concorso o usare per promuovere il proprio lavoro. Spesso queste istantanee non vengono pubblicate sui social network, ma custodite gelosamente negli hard disk, in attesa del momento giusto per essere sfoggiate.
Social vuol dire scarsa qualità fotografica?
Ma allora sui social si pubblicano solo gli scarti? Certo che no! Ormai i cellulari scattano – almeno di giorno – foto che come qualità possono tranquillamente essere paragonate alle fotografie professionali. E molti di coloro che scattano con gli smartphone modificano poi le immagini con app in grado di perfezionarle.

Piazza de Ferreri, tramonto.
©Photo credit: Silvia Barbero@barberosilvia
E’ inoltre sempre più diffuso trovare fotografie scattate professionalmente sui social e fotografie scattate con il cellulare negli album cartacei. Però, se si posta su un social, bisogna ricordarsi che le foto hanno una vita effimera, vengono viste e dimenticate. Il modo più semplice per “allungare la vita” ad una foto è, infatti, quello di rendere l’immagine fisica, stampandola come una singola fotografia o in un libro fotografico e le reflex danno la qualità giusta allo scopo. Le foto “fisiche” hanno mediamente una vita più lunga di quelle puramente digitali. Il leggere un’immagine in forma fisica è il modo più efficace per farla durare nella memoria e anche per attirare maggiormente il pubblico. Quindi prima di postare sui social o stampare le tue fotografie pensa all’uso che ne vuoi fare e allo scopo che vuoi raggiungere.
Autore: Silvia Barbero @barberosilvia
Correttore bozze: Valentina Riva
In copertina: Riflessi.
©Photo credit: Silvia Barbero @barberosilvia
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