di Renèe Giannecchini |

Dalie, un amore ritrovato

Il fiore che affascinò i grandi

Fiorivano nei giardini delle nostre nonne e Goethe ne era innamorato, tanto che non mancava mai un mazzo di dalie fresche sulla sua scrivania nella bella stagione.

Virginia Woolf rimaneva incantata dalle loro fioriture a Monk’s House.

Poi per anni sono state dimenticate.

Fortunatamente negli ultimi tempi sono state riscoperte e ora sono tornate a rallegrare i nostri giardini con i loro colori pirotecnici. 

Dalia “Noorwijks Glorie”
© Photo credit: @rosapaeonia

Tra storia e studi

Le dalie sono fiori affascinanti, come affascinante è la loro storia.

Coltivate fin dall’antichità, gli Aztechi utilizzavano i loro bulbi come alimento e i loro fusti cavi per realizzare impianti idraulici.
Furono introdotte in Europa dagli spagnoli a fine ‘700 con l’intento di sostituire i loro tuberi con quelli della patata, ma non furono apprezzati a causa del loro sapore acido.

Ciononostante, i bellissimi e variopinti fiori di queste piante finirono per suscitare l’interesse degli studiosi e nel 1789 si ottennero le prime fioriture nel giardino botanico di Madrid.

Il nuovo genere fu classificato con il nome di Dahlia in memoria del giovane allievo di Linneo, Anders Dahl, prematuramente scomparso quell’anno. Nel 1804 nel giardino botanico di Berlino si ottennero da seme altre varietà di dalie che furono chiamate Georgine, in onore dello studioso tedesco Georgi. Iniziò così una diatriba, poiché non si riconosceva il nome Dahlia variabilis attribuito in precedenza e le piante furono riclassificate con il nome di Georgiana variabilis.  Questo generò non poca confusione che terminò molti anni dopo nel 1829, quando tutte le specie furono rinominate come Dahlia variabilis.

Ancora oggi, però, non è raro sentirle chiamare Georgine, specie in Germania e nell’Est Europa. Mentre in ambito botanico infuriava questo dibattito, dall’ ibridazione delle dalie si generarono piante sempre più belle.

Dalia “Cafè au lait”
© Photo credit: @rosapaeonia

 

L’evoluzione delle dalie

Nell’arco di un secolo si ottennero varietà a fiore semidoppi, a fiore d’ anemone, pompon, cactus e a collaretto.
Le dalie divennero così sempre più popolari, soprattutto in epoca Vittoriana e dopo aver attraversato periodi di impopolarità, oggi sembrano tornate in gran voga per allietare i giardini con le loro meravigliose fioriture.

 

Renèe Giannecchini

@rosapaeonia

 

In copertina: da sinistra Dalia “Lake Michigan”; ” Wizard of Oz”; ” Cafè au lait”. © Photo credit: @rosapaeonia