di Camilla Bruni |

La Cover Art non è una tendenza nata di recente. Moltissimi sono gli artisti, provenienti da tutto il mondo, che hanno realizzato copertine per album musicali. E non è raro il caso di album che, oltre ad aver segnato la storia della musica, hanno segnato anche la storia dell’arte. Dai surrealisti agli artisti con il patrimonio più grande del momento, passando per la pop art e la street art.

Quali sono le cover d’autore più significative? Scopriamolo insieme in questo articolo!

Cos’è la cover art? Tipologie e origini

L’arte delle copertine d’artista riguarda prodotti come dischi, film, libri e altro ancora. Nel mondo della musica, si riferisce alle copertine degli album. Ma quali sono le tipologie più comuni? Le copertine non sempre vengono create “ex novo”. In alcuni casi, i musicisti e le figure che lavorano per loro decidono di utilizzare un’opera d’arte già esistente. È il caso, per esempio, di “Due donne Tahitiane” di Paul Gauguin, che compare sulla cover di “Objects of Desire” di Michael Franks del 1982.

In altri casi, le copertine mostrano una rivisitazione di famose opere d’arte, come accade in “The Last of Mohicans” dei Bow Wow del 1982, nella cui copertina appare una fotografia in cui sono delle persone in carne e ossa a riprodurre il soggetto del celebre dipinto di Eduard ManetLa colazione sull’erba”.

Infine, non mancano casi in cui sono gli stessi autori dell’album a realizzarne anche la copertina. Un esempio? “Season of Glass” del 1981 di Yoko Ono. A prescindere dalle tipologie, quale fu il primo album a “indossare” una copertina d’artista?

Sicuramente un’anticipazione si ebbe con la copertina di “Lonesome Echo” di Jackie Gleason del 1955, realizzata dall’eclettico Salvador Dalì il quale, però, non è l’unico surrealista il cui lavoro è comparso sulla copertina di un album. Lo stesso fenomeno, per esempio, ha riguardato anche il belga René Magritte, le cui opere sono comparse su molte copertine nel corso degli anni.

“Objects of Desire” di Michael Franks (1982)

Il successo delle cover “pop” e l’Italia

Tantissime cover di album che sicuramente conosci sono “pop”! L’americano Andy Warhol ha realizzato decine di copertine di album. Non solo quella iconica del primo, omonimo, dei The Velvet Underground and Nico del 1967, in cui figura la famosa “Banana”, ma anche quelle di “A Hard Day’s Night” dei Beatles del 1964, del postumo “Menlove Ave” di John Lennon del 1986, di “Aretha” di Aretha Franklyn del 1986 e di “Sticky Fingers” dei Rolling Stones del 1971.

Anche Keith Haring realizzò la copertina per l’EP di “Without You”, singolo estratto dall’album “Let’s Dance” di David Bowie del 1983. Tra gli artisti americani, tuttavia, non mancano esponenti di spicco di altre correnti. In pochi sanno, per esempio, che Robert Rauschenberg, rivoluzionario artista Neodada, ha creato la copertina di “Speaking in Tongues” dei Talking Heads del 1983.

Anche il nostro Paese vanta della collaborazione di grandi artisti come il “pop” Mario Schifano, il quale ha creato la copertina di “Dedicato a” de Le Stelle, uscito nello stesso anno del primo album della band di Lou Reed. L’Arte Povera, invece, ha fatto il suo ingresso nel mondo delle copertine d’artista grazie a Michelangelo Pistoletto, il quale si è occupato della copertina di “AH” dell’Enrico Rava Quartet del 1980.

Tra gli italiani, infine, non possiamo dimenticare che Francesco Clemente, uno dei principali esponenti di quella che il critico d’arte Achille Bonito Oliva ha definito Transavanguardia italiana, ha realizzato le copertine di “Primitive Cool” di Mick Jagger del 1987 e “One Hit (to the Body)” dei Rolling Stones del 1986. Insomma, ce n’è davvero per tutti i gusti!

Without You di David Bowie con cover di Keith Haring

La Cover Art nel nostro secolo e le ultime uscite

Le copertine d’artista del nostro secolo ci dimostrano che tale forma d’arte non è affatto passata di moda. L’album più recente con un’opera d’arte in copertina è “The New Abnormal” della band newyorkese The Strokes, uscito proprio qualche mese fa. Si tratta di “Bird on Money” di Jean-Michel Basquiat, realizzata nel 1981. Una scelta piuttosto sensata, se si considera la provenienza comune dell’artista e della band. Nel 2010, tuttavia, anche gli Scissor Sisters, per “Night Work”, avevano recuperato un’opera del passato. In questo caso, però, scelsero una fotografia di Robert Mapplethorne.

Negli ultimi vent’anni non sono stati risparmiati neanche gli street artists, come il misterioso Banksy, il cui lavoro appare in “Think Tank” dei Blur del 2003, e il collega francese Mr. Brainwash, ideatore della copertina di “Celebration” di Madonna del 2009.

Cantanti, musicisti e discografici non si sono lasciati scappare neanche gli artisti più quotati al mondo! Il rapper statunitense Kanye West ha scelto Takashi Murakami per “Graduation” del 2007 e Damien Hirst, l’artista più ricco del momento, ha realizzato una ventina di copertine, tra cui quelle degli EP della band The Hours e quella di “I’m With You” dei Red Hot Chili Peppers del 2011. Impossibile dimenticare, inoltre, che Jeff Koons ha realizzato quella di “Artpop” di Lady Gaga del 2013.

Cover dell’album Artpop di Lady Gaga realizzata da Jeff Koons

Queste sono solo alcune della copertine musicali firmate da grandi artisti. Quali altre sorprese ci riserverà questa forma d’arte?


Camilla Bruni (@unacamillacontemporanea)

Ciao! Mi chiamo Camilla e mi piace l’arte in tutte le sue forme. Sono laureata in beni culturali e turismo e sto per iscrivermi alla magistrale in storia dell’arte. L’altra mia grande passione, oltre a quella per l’arte, è la musica. Infatti, sono anche una musicista e possiedo un diploma in musica moderna. Attualmente, sto portando avanti il progetto “Una Camilla Contemporanea” sul mio blog e sui social network, in cui parlo principalmente di arte contemporanea!