BREGENZ: PICCOLA CITTA’, GRANDE AMORE

di Irina Sorokina
L’Austria è tutta bella. Un paese nel cuore dell’Europa, una volta la capitale del potente e temuto Impero Austro Ungarico, che dopo il crollo nel 1918 seppe ridimensionarsi e ridursi agli attuali otto milioni di abitanti, mentre il vasto territorio dell’impero si divise in tredici stati indipendenti che possiamo vedere attualmente.
Di otto milioni settecentomila abitanti la metà vive a Vienna e qualcuno potrebbe pensare che la nostra strada ci porti inevitabilmente alla capitale mondiale della musica classica. Ma non è così! Andiamo esattamente nella direzione opposta, all’estremo ovest dell’Austria, in una regione piccola e molto particolare, Voralberg, affacciata sulle sponde sorridenti del Bodensee o, come lo chiamano in italiano, lago di Costanza.

Lago di Costanza ©Photo credit: pixabay
Chi visita Bregenz anche per una sola volta ripeterà sempre: piccola città grande amore.
Tutto gioca a suo favore: la quantità di abitanti che sono circa ventottomila, i paesaggi romantici, la vita comoda e la gente cordiale.
Tradizionalmente non solo Bregenz ma anche tutto il territorio del Voralgerg è votato al turismo di montagna: prima di giungere a questa profumata città dall’autostrada, si attraversa una vasta zona chiamata Bregenzerwald, foresta di Bregenz, dove non si incontrano gli hotel in perfetto stile austriaco che offrono menù della tradizionale cucina austriaca.
Come si fa a rinunciare allo schnitzel (molto simile alla nostra cotoletta) con le patatine fritte? – e alle passeggiate nei boschi, riparo sicuro dalla calura estiva?
E non è finita. La capitale del Vorarlberg vanta un prestigioso festival musicale che fa una certa concorrenza al celeberrimo Salzburger Festpiele. Certo, la manifestazione annuale nella città natale di Mozart rimane al centro dell’attenzione, ma Bregenz, un centro molto più piccolo, regge benissimo il confronto!
Tutto ebbe inizio nel 1946, ormai settantasei anni fa, all’epoca Bregenz non disponeva nemmeno di un teatro. La Seconda Guerra Mondiale era appena terminata e nella capitale della piccola regione fu organizzata Festwoche, la Settimana di Festa. In occasione di quest’evento fu messa in scena la prima opera di Mozart, “Bastien e Bastienna“. Nessuno poteva immaginare che l’iniziativa musicale avrebbe dato inizio alla tradizionale rappresentazione di opere liriche nella capitale del Vorarlberg.
Attualmente il Bregenzer Festspiele è uno dei festival più interessanti e famosi in Europa, ma all’epoca non era nient’altro che due barche attraccate sul Bodensee: una serviva da palcoscenico, l’altra ospitava l’orchestra.
Che idea strampalata, potrebbe pensare qualcuno! Si può solo ammirare l’ingegno e il fascino del popolo austriaco in grado di trasformare ogni centimetro del proprio territorio in un’attrazione turistica. A Bregenz e dintorni il turista può trovare montagne spettacolari, una ricca storia, una cucina saporita. Ma la fortuna più grande della piccola città sta nella sua location: Bregenz somiglia ad una striscia lungo il sorridente lago di Costanza. Ma non basta: la costa del Bodensee è divisa tra tre paesi, la parte Nord appartiene alla Germania, quella Sud alla Svizzera e quella ad Est all’Austria. Se si arriva dall’Italia non si può non fare sosta nel piccolissimo e ricchissimo principato di Lichtenstein. Per tutti questi motivi è inevitabile che il prestigioso festival lirico attiri un pubblico internazionale: ci si può arrivare non soltanto via terra, ma anche via lago. Le navi turistiche che partono dalle città sul lago attraccano a Bregenz all’ora del tramonto, il sole che si tuffa nel lago è un primo assaggio di spettacolo prima dell’inizio dell’opera.
Il Bregenzer Festspiele ogni anno presenta un ricco programma: un’opera sul palcoscenico galleggiante, un’altra al chiuso, al Festspielhaus, la terza al Theater Kornmarkt e non può mancare una grande quantità di concerti.

Palcoscenico galleggiante del Festival di Bregenz sul Lago di Costanza, Austria ©Photo credit: pixabay
Ovviamente, la rappresentazione di opere liriche è la più grande attrazione del festival: ben settemila spettatori si siedono in una specie di anfiteatro, mentre gli artisti si esibiscono su una gigantesca piattaforma galleggiante. Il Bregenzer Festspiele è una festa musicale davvero fantastica, non ha uguali al mondo per quanto riguarda le avanzate tecnologie sceniche e l’incredibile maestria dei propri tecnici. Certe cose si possono vedere solo a Bregenz: l’occhio blu gigantesco veglia su Tosca e Cavaradossi e serve da scenario al Te Deum in Tosca; la testa del rivoluzionario Marat ucciso nella vasca sorge dal lago di Costanza; tre draghi giganteschi di tre colori sgargianti vegliano su una collina verde nel Flauto magico; le belle mani femminili gettano le carte nell’aria in Carmen; una gigantesca testa capace di cambiare espressione domina il palcoscenico in Rigoletto.

Gli allestimenti scenografici del festival sono sicuramente tra i più suggestivi del mondo, la musica sembra quasi passare in secondo piano. I tre draghi che dominano il prato del flauto magico. ©Photo credit: pixabay
Ci vuole fegato per essere artisti del Bregenzer Festspiele Bodensee: nel 1965 il palcoscenico galleggiante fu completamente distrutto, nel 1993 gli artisti continuarono a cantare sotto la pioggia battente, nel 2009 in Aida i ballerini per volere del coreografo Ron Howell ballarono letteralmente in acqua, mentre il baritono nel ruolo di Amonasro, padre di Aida, fu costretto ad ascoltare il dialogo degli innamorati immerso nell’acqua fino al collo. Nel 2011 i tecnici non riuscirono a “domare” il telo che copriva la gigantesca testa di Marat in Andrea Chénier: il pezzo di tessuto di 700 metri quadri continuava a muoversi come gli pareva.
In più di settant’anni di esistenza il Bregenzer Festspiele ha presentato tanti allestimenti straordinari. Dal 2003 al 2014 il grande regista inglese David Pountney è stato il sovraintende del festival: il suo “regno” è segnato dai grandi eventi quali Tosca (2007-08), che diventò protagonista del ventesimo film della serie su James Bond, 007 Quantum of solace, Aida (2009-10), Andrea Chénier (2011-12), Il flauto magico (2013-14). Nel 2015 a Pountney subentrò Elisabeth Sobotka, la sua carriera si era svolta a Berlino e Graz. Per il suo debutto in qualità di sovrintendente nel 2015 fu scelta Turandot che non arrivò al livello degli allestimenti della gestione del grande regista inglese. Questo mezzo successo fu compensato però da un’ originalissima messa in scena dell’opera postuma di Jacques Offenbach “Les contes d’Hoffmann” per la regia del norvegese Stefen Herheim. Da quel momento nacque la tradizione di rappresentare per tre volte durante la stagione un’opera al Festspielhaus. I grandiosi allestimenti sul palcoscenico galleggiante vengono rappresentati per due anni, mentre la messa in scena dell’opera al chiuso si cambia ogni anno, la scelta cade spesso su una vera e propria rarità per soddisfare la curiosità di melomani: Amleto di Faccio, Mosè in Egitto di Rossini, Beatrice Cenci di Goldsmidt, Don Quisciotte di Massenet.
Quando si parla del Bregenzer Festspiele spesso si sente dire che i suoi allestimenti sono il trionfo delle scenografie grandiose uniche al mondo e della fantasia dei registi, mentre la musica occupa decisamente il secondo posto. E’ difficile smentire questa voce, gli spettacoli sul Lago di Costanza, infatti, sono realmente questo: dei colossali show che danno lavoro a cantanti, ballerini, mimi e ad una fantastica squadra di acrobati, gente speciale che non conosce la parola “paura”.

Il Bregenzer Festspiele da lavoro a centinaia di persone, ballerini, acrobati, musicisti, mimi, tutta gente che non conosce la parola “paura”. ©Photo credit: pixabay
Certamente, per ascoltare la grande musica, bisogna andare a Salisburgo, Milano, Londra, San Pietroburgo ma Bregenz è Bregenz: piccola città con un festival lirico unico al mondo e un grande amore per la spettacolarità.
In copertina: “L’esercito di terracotta” dalle scenografie per la Turandot al Bregenzer Festspiele
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