BOOKCROSSING: LIBRI IN CIRCOLO

di Elena Vitali |
Parlare di Bookcrossing in tempo di pandemia, sembrerà davvero assurdo. In un momento in cui anche il più piccolo oggetto deve essere igienizzato e sanificato per passare da una mano all’altra, come si può solamente pensare a far circolare libri su libri?
Una follia! Qualcuno potrebbe affermare.
Sarò forse spinta dalla mia passione per la lettura, tuttavia poter rendere il mondo intero una immensa biblioteca potrebbe salvarci da quell’individualismo che sta caratterizzando i giorni nostri.
Lasciare libri nei posti più disparati per far sì che altri li trovino, li leggano e li rimettano poi in circolo, può essere il primo passo verso una condivisione culturale globale.
Perciò diamo spazio alla nostra fantasia per trovare i posti più particolari in cui liberare i nostri libri: sui mezzi pubblici, sulle panchine, ma anche nei bar o in aree adibite.
E perché no… persino nelle “vintage” cabine telefoniche ormai in disuso.
Si! Proprio quelle che vissero il massimo boom negli anni ‘80 quando il telefono conquistò la strada con box prefabbricati in materiale metallico con ante e pareti in vetro trasparente. Quanti di voi non le ricordano con nostalgia!!
Realizzare delle “bibliocabine” per il bookcrossing tra i cittadini appare davvero un’idea semplice ed oltremodo geniale. Questo riciclo creativo di arredi urbani inutilizzati ha un che di romantico. Direi quasi poetico.
John Locke, filosofo e architetto di New York, con le sue prime due biblioteche di strada a Manhattan diede il via a questo insolito progetto di modernizzazione. L’eco dell’installazione delle sue mini-biblioteche oltrepassò l’Oceano e riscosse un notevole seguito in territorio europeo.
E chi se non gli Anglo Sassoni potevano fare propria questa idea rivoluzionaria?

Tra le prime ad essere trasformate in bibliocabine le mitiche cabine telefoniche inglesi
© Photo credit: pexels
Le iconiche cabine rosse sono state le prime ad essere inserite in quest’opera di recupero. A Westbury-sub-Mendip, un piccolo paesino nel sud-est del paese, ben undici anni fa, nel 2008 gli ottocento abitanti si sono ritrovati improvvisamente senza biblioteca e senza telefono pubblico. Da qui l’idea di mettere i propri libri in comune e trasformare così l’unica cabina telefonica in un luogo di scambio culturale.
Anche in Italia, molte cittadine hanno adottato questa buona pratica: il primo esempio di bibliocabina è stato inaugurato ad Arona, in provincia di Novara. Ed il suo esempio è stato seguito da molte altre città nel nostro bel Paese.
Quanto ad originalità non sono da meno nemmeno i nostri amici tedeschi. Nel quartiere di Prenzlauer Berg, il più alla moda di Berlino e molto amato dai giovani, i tronchi degli alberi danno vita al Book Forest. Anche un blocco di legno inutilizzato, prontamente dotato di tante finestrelle in cui prendere e lasciare libri, protetti da tendine di plastica contro le intemperie, può fare al caso giusto per far sì che la cultura diventi accessibile a tutti.
Ma se volete partecipare a qualche progetto di bookcrossing dovete però rispettare tre regole:
– leggete un buon libro;
– registratevi sul sito Bookcrossing.com per fare parte del viaggio del tuo libro;
– liberatelo per farlo leggere anche a qualcun altro.

Un’iniziativa eco_friendly il bookcrossing, che permette il risparmio di carta, acqua ed energia. ©Photo credit: pexels
Sarete così portavoce di una abitudine eco-sostenibile che deve essere promossa e incentivata. Leggere un libro messo a disposizione da altri si traduce non solo in un risparmio di carta, acqua, minerali ed energia che servirebbero per produrlo. Si eviterebbe persino l’inquinamento che il suo trasporto causerebbe: una scelta dunque all’insegna del risparmio e del recupero.
Daniel Pennac scriveva
Se un libro non vi è piaciuto, abbandonatelo.
Se vi è piaciuto, abbandonatelo per farlo leggere a qualcun altro.
Se vi è piaciuto così tanto, ricompratelo.
In copertina: ©Photo credit: pexels
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