di Renata Giannecchini

“[…] Se viene l’inverno, potrà la primavera essere lontana?

scriveva il poeta inglese P.B. Shelley nella sua bellissima “Ode al vento dell’Ovest”.

In effetti basta uscire per una passeggiata per rendersi conto che, nonostante le giornate ancora fredde e i cieli grigi, la primavera è davvero vicina e la vita sta pulsando sotto il gelo. Tra qualche settimana le gemme torneranno a gonfiarsi e lasceranno immaginare il verde, i colori e i profumi che verranno.

Questo è il momento migliore per riprendere a lavorare in giardino!

Tra le tante cose da fare, una delle più importanti e impegnative, è senz’altro la potatura delle rose. Un’attività non proprio divertente, ma necessaria per renderle più sane e longeve e soprattutto per garantirsi fioriture belle e generose, stimolando l’emissione di nuovi getti. Il periodo giusto per procedere alla potatura è quello in cui la pianta è ancora a riposo e non ha ancora ripreso l’attività vegetativa. Nei climi miti si potrà effettuare da fine gennaio a metà febbraio, mentre nelle zone con climi più rigidi è consigliabile rimandare a fine febbraio.

Regole generali

Prima di cimentarsi in questa impresa, dopo aver pulito la rosa dalle foglie cadute e dalle erbacce, è bene dotarsi di un paio di guanti robusti e di un paio di forbici ben affilate. Queste dovranno essere disinfettate ogni volta, prima di passare alla pianta successiva, per evitare eventuali contaminazioni dovute ad agenti patogeni.

I tagli dovranno essere netti ed eseguiti in obliquo sopra una gemma esterna, a una distanza di mezzo centimetro da quest’ultima. In tal modo si eviterà la produzione di rami verso l’interno della pianta e si permetterà all’acqua di scivolare via, senza penetrare nel taglio provocando marciumi. Per una corretta potatura si elimineranno tutti i rami malati, tagliando fino a che il midollo non sarà chiaro. Si elimineranno poi tutti i rami deboli che non porteranno fiori nella stagione successiva e i rami secchi, tagliandoli alla base.

Anche tutti i rami che si intersecano al centro della pianta andranno eliminati per favorire la circolazione dell’aria, allo scopo di prevenire possibili patologie fungine. Bisognerà provvedere ad eliminare gli eventuali polloni prodotti dalle rose innestate nel corso della stagione precedente, scavando sotto il punto di innesto ed estirpandoli bene dalla radice, per evitare che questi possano indebolire la pianta. Una volta terminata la potatura è consigliabile trattare i rosai con del rame per un’azione disinfettante sui tagli.

Tutte le rose che rifioriscono nella stagione richiedono una potatura dopo la fioritura (potatura di rimonda), che consiste nell’eliminare gli steli sfioriti tagliandoli in obliquo alla terza o quarta foglia situata al di sotto del fiore appassito. Questa operazione, evitando che la pianta sprechi energie nella formazione di cinorrodi, favorirà la produzione di nuovi bocci.

Quali rose potare e come potarle

Non tutte le rose si potano allo stesso modo, sarà necessario capire che tipologia di rosa abbiamo di fronte prima di procedere, tenendo conto che la potatura dovrà essere effettuata sulle rose a partire dal primo o secondo di impianto.

  • Rose antiche (Galliche, damascene, alba, centifolia e muscose)

Queste rose hanno una fioritura unica e fioriscono sui rami della stagione precedente, quindi non necessitano di potature eccessive. Si procederà ad effettuare un taglio leggero (potatura lunga) subito dopo la fioritura primaverile. A fine inverno si sfoltirà la base, eliminando i rami vecchi di tre o cinque anni e quelli malati, rendendo più leggera la vegetazione interna per una migliore circolazione dell’aria.

  • Arbustive rifiorenti (Portland, bourbon, ibridi perenni, arbustive moderne, rose inglesi)

Per questi rosai, la potatura si esegue accorciando i rami di un terzo o a metà della loro lunghezza, in base alla forma che si vuol dare alla pianta. Andranno poi eliminati tutti i rami malati e quelli più vecchi.

  • Ibridi di tea e floribunde

Si tratta di rose che richiedono potature molto drastiche (potatura corta) e perciò devono essere portate a 30-40 cm dal terreno. Anche in questo caso è necessario eliminare i rami vecchi, secchi e che si intersecano al centro del rosaio.

  • Ibridi di moschata, rose botaniche, tè, rugose e cinesi

Non necessitano di eccessive potature, se non di contenimento e di svecchiamento. Per le cinesi e le tè è opportuno attendere che sia passato il rischio di gelate tardive prima di procedere.

  • Rampicanti moderni (ibridi di tea e floribunde)

Vanno eliminati alla base i rami vecchi per favorire i nuovi getti. Si interviene sui rami laterali accorciandoli, lasciando tre o cinque gemme. I rami principali vengono piegati ad arco limitando così la predominanza apicale e favorendo lo sviluppo di rami laterali che porteranno più fiori.

  • Rampicanti climber

Si procede come per i rampicanti moderni lasciando i rami laterali a una lunghezza di 10-15 cm. In questo modo la pianta mantiene una vegetazione più fitta.

  • Rampicanti rambler

Queste rampicanti, che hanno fioritura unica e dimensioni imponenti, solitamente non necessitano di potature se non per essere svecchiate o contenute. Le potature dovranno essere eseguite a fine fioritura.

  • Noisette

Le Noisette sono delle rampicanti vigorose con un portamento tendenzialmente verticale e richiedono solo potature di svecchiamento e di contenimento.

  • Polyantha

Vanno leggermente accorciate senza eliminare la crescita sottile che è una caratteristica di questi rosai.

  • Tappezzanti

Si interviene ogni due-tre anni accorciando i rami più lunghi e grossi ed eliminando quelli malati e secchi. Possono essere potate anche drasticamente: nel giro di un anno o due saranno di nuovo molto vigorose.

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Per la foto di copertina e tutte le foto di questo articolo ©credit: Renata Giannecchini @rosapaeonia