di Noemi

Cos’è che a voi “fa estate”? A me gli aperitivi all’aperto, il profumo dei fiori del pitosforo, le magliette a righe. Sapete che è stata Chanel a nobilitarle, ispirata dalla vista di un gruppo di pescatori? Quello che è considerato un must-have senza tempo dell’estate era il semplice abbigliamento di chi si guadagnava da vivere pescando.
Chanel ha inventato, reinventato e nobilitato tante cose. Tra queste, l’abbronzatura, che prima di Coco non era per niente chic. Il pallore continuava da secoli a essere associato a lusso e glamour. Malgrado si conoscesse già l’importanza dell’esposizione al sole per motivi di salute, la pelle bianca e uniforme continuava a essere uno status symbol.
Ma negli anni ’20 Chanel torna a Parigi dopo una vacanza al mare, presentandosi al lavoro, e alle sue clienti, con la pelle baciata dal sole. Comincia così, circa cento anni fa, la storia dell’abbronzatura così come la intendiamo oggi, associata alle vacanze, alla bella stagione, e anche al benessere economico.
Certo è un po’ riduttivo pensare che un tale cambiamento di abitudini sia dovuto solo a Chanel, ma è lecito affermare che Mademoiselle abbia contribuito a lanciare questa tendenza, ai tempi rivoluzionaria.

Cent’anni di abbronzatura
Se nei secoli passati la bella vita si faceva all’interno di lussuose dimore e all’aria aperta senza mai rinunciare a cappelli, guanti e graziosi ombrellini parasole, dagli anni ’20 in poi la bella vita comincia a essere associata a estati passate crogiolandosi al sole, tra un tuffo e l’altro. Il pallore non è più l’unico status symbol possibile, così come i nobili non sono più i soli a potersi permettere una vita agiata.
Tenera è la notte”, uno dei romanzi più famosi di Francis Scott Fitzgerald, si apre proprio con la descrizione di una giornata trascorsa dai ricchi protagonisti al mare, “sulla bella costa della riviera francese”.
La consacrazione del binomio abbronzatura-bella vita la dobbiamo all’estetica di Slim Aarons, il fotografo dell’élite, dell’America w.a.s.p., cioè bianca, di origine anglosassone e di religione protestante. Quella élite ispiratrice della tendenza “old money”, cioè dei soldi di famiglia, che spopola sui social. In tempi non facili, l’effetto nostalgia è dietro l’angolo e la fascinazione per le persone dalla vita apparentemente facile, facilissima, è comprensibile.

La consacrazione del binomio abbronzatura-bella vita la dobbiamo all’estetica di Slim Aarons, il fotografo dell’élite, dell’America w.a.s.p., cioè bianca, di origine anglosassone e di religione protestante

Le fotografie di Aarons, scattate tra gli anni ’50 e i ’70, sono una celebrazione di una vita esteticamente bellissima trascorsa in posti da sogno, da Palm Springs a Capri, a bordo piscina o a due passi dal mare.
Ma sono gli anni ’80 a consacrare l’abbronzatura come simbolo di benessere, fisico ed economico. Gli anni ’90, malgrado il buco dell’ozono renda la tintarella un po’ meno spensierata, continuano a decretarne il successo. Chi ricorda la crema con SPF 2 di un noto marchio? Di colore arancione, aveva l’aspetto di una golosa confettura e sembrava un buon compromesso tra l’abbronzatura e le raccomandazioni di madri e soprattutto nonne di non stare troppe ore sotto il sole, in particolare durante le ore più calde.
In quegli anni non erano poche le persone che durante l’anno mantenevano la pelle abbronzata facendo lampade.

Il giro d’affari dei prodotti solari
Oggi sono noti sia i benefici dell’esposizione al sole, sia i rischi della troppa esposizione. Il giro d’affari dei prodotti solari è enorme, come il mercato dei prodotti autoabbronzanti e quello dei prodotti, sempre più numerosi, per rimediare ai danni dell’esposizione al sole.
Si deve a Jean Patou il primo olio abbronzante, l’Huile de Chaldée, messo in commercio nel 1928. Nel 1935 arriva invece sul mercato un prodotto che tuttora conosciamo, Ambre Solaire de L’Oréal, il primo abbronzante con i filtri UV. Dagli anni ’40 in poi Coppertone s’impone sul mercato come uno dei marchi più importanti del settore.
Insieme a oli e creme abbronzanti sono nati i prodotti autoabbronzanti, tuttora molto usati, le cui formulazioni sono in continuo miglioramento. Inizialmente erano praticamente fondotinta per il corpo che macchiavano, avevano un odore sgradevole e più che un colorito da vacanze al mare davano un aspetto più malsano che vacanziero.

Il giro d’affari dei prodotti solari è enorme, come il mercato dei prodotti autoabbronzanti e quello dei prodotti, sempre più numerosi, per rimediare ai danni dell’esposizione al sole.

Quelle che preferiscono i raggi lunari
Se le patite dell’abbronzatura sono tante, non sono poche neanche le pentite. Quelle che oggi preferiscono la famosa tintarella di luna, tintarella color latte cantata da Mina.
Sono, anzi siamo perché ne faccio parte anche io, quelle del “team pallore”.
Ci siamo abituate a sentirci dire quanto siamo bianche e a sentirci chiedere come mai non ci abbronziamo.
Io rispondo sempre che “ho dato quando ero giovane, spensierata e incosciente”. Essendo nata e cresciuta in una città di mare i tre mesi di vacanza tra un anno scolastico e l’altro significavano mare, mare, mare… E se di quegli anni conservo alcuni bei ricordi, la mia pelle mi ha ricordato che avrei dovuto ascoltare mia nonna. Chi, dopo essersi fatta baciare un po’ troppo appassionatamente dal sole, non è alle prese con il problema delle macchie solari, alla continua ricerca del prodotto miracoloso che le faccia sparire?

Se le patite dell’abbronzatura sono tante, non sono poche neanche le pentite. Quelle che oggi preferiscono la famosa tintarella di luna, tintarella color latte cantata da Mina.

La skincare asiatica
L’enorme popolarità della skincare asiatica, che si meriterebbe un articolo tutto suo, considerato che è un po’ un mito alimentato dai media occidentali, sta contribuendo a rendere di nuovo desiderabile la pelle candida, come quella delle celebrità cinesi e coreane. Amate da milioni di followers e corteggiate dai marchi del lusso europei, hanno la pelle di porcellana e a trent’anni sembrano a malapena maggiorenni. Nei loro paesi la pelle abbronzata è ancora associata alla dura vita nei campi.

La virtù sta nel mezzo
Tra abbrustolirsi al sole e sfuggire ai suoi raggi ci può essere una sana via di mezzo, che in teoria è il giusto approccio a quasi ogni cosa della vita. Facile a dirsi ma spesso non a farsi. Se si hanno due settimane di ferie esporsi al sole in modo graduale, come consigliano i dottori, e iniziare con pochi minuti al giorno fino ad arrivare a una o due ore necessita di forza di volontà e dedizione. Conoscete qualcuno che si abbronza così?
Di solito con l’abbronzatura non si hanno vie di mezzo. O si ama o si odia, come tante tendenze, del resto, che siano più o meno centenarie.
E voi, di che tintarella siete?

Noemi Murcia @noemiland

Photo Credit: Unplash